QUANDO SI SENTE ODORE DI OCEANO
A M e a F, che -come me- sono in cerca
di acqua vera e balene di sogno e che -come me- hanno apprezzato
questo libro anche quando era solo coreano.
Il segreto della fontana blu,
Kyung-Sik Choi
Terre di Mezzo 2017ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Le previsioni dicono che questa
sarà un'estate strana. La più strana di sempre.
Il tempo sarà incostante e fuori dall'ordinario.
In mezzo ai palazzi c'è una fontana
a cui nessuno presta attenzione.È come se un getto d'acqua fosse sul punto
di zampillare da un momento all'altro,
eppure non succede mai."
Non è l'unico fatto
strano: nelle giornate di pioggia intorno a quella vecchia fontana
dal perimetro sconnesso, dimenticata tra i palazzi qualcuno sente odore di oceano, nonostante
l'oceano sia molto lontano.
Quel giorno c'è
aria di temporale. Il cielo si oscura e sotto i piedi del bambino che
spesso sta seduto sulla vasca della fontana all'improvviso il terreno
si crepa per esplodere come un vulcano. Una balena, enorme, esce da
terreno; il suo sfiatatoio è la fontana e il bambino con il suo cane si
trovano a cavallo del cetaceo che salta, come le balene sanno fare,
nel cielo per poi rituffarsi in un mare blu profondo.
Il bambino e il cane sono con lei, zampa nella mano e mano nella pinna, circondati da sola acqua. Quando la balena riemerge in superficie, il bambino e il cane notano che gli sfiatatoi delle altre balene sopraggiunte sono fontane. A ogni balena, una fontana diversa che zampilla acqua come non mai, a voler soddisfare l'arsura di sempre.
Ha cominciato a piovere.
Una pioggia vera che bagna cane e bambino di ritorno a casa, ma quella stella marina che si intravede sotto la maglietta?
Al suo primo libro, Kyung-Sik Choi, sa già maneggiare con destrezza i fondamentali dell'albo illustrato.
Provo a metterli in sequenza disordinata.
Primo: il tema. Si tratta di una delle innumerevoli declinazioni che questo animale ha nella letteratura tout court. Da Giona a Simbad, passando per Melville, e non solo in ambito occidentale, ma anche e di più in molte altre culture e letterature, dalla Polinesia alla Lapponia.
Se mi limito agli esempi illustrati più recenti e interessanti a mio avviso, non posso non citare La balena della tempesta, La balenottera azzurra, Se vuoi vedere una balena, Ein Garten für den Wal. E in particolare mi pare interessante, tema nel tema, l'occhio della balena (Come? Cosa? o La piscina) che sa sempre guardare con tenerezza e curiosità il lettore, quasi a voler smentire la propria imponenza. Qui, come altrove, la balena accompagna i piccoli attraverso mondi per loro inarrivabili, il mare profondo, ed è essa stessa personificazione della meraviglia, sorta di 'guida' dal mondo della superficie a quello della profondità.
Immensa e fragile, silenziosa e sonora, affettuosa e minacciosa, misteriosa ed epica, anche in questo caso la balena non si sottrae e incarna il potere dell'immaginazione di quel bambino.
Secondo: la storia. Utilizza uno schema narrativo molto conosciuto, secondo cui la sospensione del racconto fantastico prende l'avvio da una situazione molto concreta per poi distaccarsene e quindi ritornarci, con coupe de théâtre finale, a smentita di quanto si è creduto fino a quel momento.
La vecchia fontana in città è la partenza per il protagonista, la balena e il suo viaggio sott'acqua e in cielo sono il suo sogno, il ritorno tra i palazzi è il punto di attracco finale. La pioggia che comincia a cadere non fa che confermare il fatto che sia stato tutto frutto dell'immaginazione di quel bambino. Tuttavia la stella marina rimette, giustamente, tutto in discussione. Come è corretto che sia: i nostri viaggi immaginari lasciano traccia di sé. Alcuni fatti lo attestano: il pavimento crepato intorno alla fontana, le gocce blu del mare, e la stella
Terzo: la forma. Un disegno a china che sul bianco e nero imperante del volume ammette la presenza quasi solo di un altro colore: il blu del mare, dell'altrove, dell'immaginario, dell'invenzione. Ai prismi squadrati, solidi fatti a retino, si contrappone il liquido blu oppure un vapore di pulviscolo colorato (ma quanto ricorda Peter Sís?).
Laureatosi nel 2000
a Yonsei, in ingegneria dell'architettura, Kyung-Sik Choi costruisce
con un senso della profondità e della prospettiva, memori della sua
formazione e competenza in fatto di spazialità. L'idea stessa che
una fontana possa essere 'sfiatatoio' di balene sotterranee potrebbe
nascere da una sensibilità per gli oggetti architettonici di una
città, in senso più generale.A questo si aggiunge un consapevole uso dell'inquadratura, sempre diversa e originale.
La
costruzione del testo, espressione formale tanto quanto il disegno,
si limita a poche frasi che sono disposte sulla pagina come fossero
versi. In un lingua vicina al parlato (a chi il merito della
traduzione?) si fa cenno a un particolare su cui poi non si insiste,
salvo poi tornarci nella chiusa finale, che ha il pregio di
riannodarsi alla perfezione per chiudere il cerchio e lasciare un che
di sospeso e non detto. Al centro della storia, dove la libertà di interpretazione è sovrana, la parola si sottrae.
Se
tiro le conclusioni direi che siamo di fronte a un altro buon libro
pubblicato da Terre di Mezzo.Carla
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