venerdì 30 settembre 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LA VITTORIA DEL GATTO ALQUANTO BRUTTINO

Milioni di gatti, Wanda Gág (trad. Cristiana Rocchi)
Elliot 2016

ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)

"Gatti qui, gatti lì
gatti e gattini ovunque,
centinaia di gatti, migliaia di gatti,
milioni e milioni di gatti.
'Oh!' esclamò pieno di gioia l'uomo molto vecchio. 'Ora posso scegliere il gatto più carino e portarlo a casa con me!' Quindi ne scelse uno."


L'uomo vecchio è in cerca di un gatto perché la sua vecchia moglie ha espresso il desiderio di averne uno per addolcire un po' la solitudine della loro vita. Il vecchio però è di fronte al dilemma della scelta. Nella collina ricoperta di gatti che ha appena raggiunto i gatti sono innumerevoli e se il primo gli pare carino, lo stesso può dirsi per il secondo, il terzo fino all'ennesimo che incontra andando avanti sulla sua strada. Non sapendo (o non volendo) scegliere, decide di portarli indietro tutti. Al loro passaggio prosciugano uno stagno per la sete, e mangiano tutti i ciuffi d'erba per la fame. Arrivato a casa con la moltitudine di gatti, la saggia maglie gli fa presente che mai e poi mai avrebbero potuto tenerli tutti con sé.


E la scelta che lui avrebbe dovuto fare sulla collina dei gatti, va fatta ora, prima di essere fagocitati essi stessi.
Scegliere è difficile e prevede un'assunzione di responsabilità, così i due vecchi decidono che potrebbero essere i gatti stessi a decidere tra loro chi sia il più carino.
Una vera gazzarra tra i milioni di gatti costringe i due vecchi a ritirarsi in casa. Ma dopo il baccano furioso scende il silenzio: nessuna traccia di gatti rimasti... Forse.


Un quesito filosofico non da poco quello che i due vecchi hanno posto ai gatti.
Una domanda che forse non ha una sua risposta univoca, ma che certamente ne genera altre, ancora più intriganti.
Che cosa è il bello? Esiste un unico bello, o ognuno elabora il suo? Ci può essere qualcuno che stabilisce le regole per dire che una cosa può considerarsi bella? Il bello è una cosa che si ferma alla propria forma o è qualcosa che riguarda anche lati nascosti alla vista? E ancora: E' vero che le cose belle hanno a che fare con la felicità? Sono belle perché ci rendono felici? Oppure noi siamo felici perché loro sono belle?
Non rimane che mettersi lì a discutere con il rischio di litigare a morte come hanno fatto i gatti.
Non sarà un caso che questo libro dal 1928 non ha mai interrotto le sue pubblicazioni. E non sarà un caso che abbia vinto il Newbery Honor a un anno dalla prima pubblicazione e il Lewis Carrol Shelf Award ancora a una trentina d'anni di distanza.
Fin dall'inizio questo libro ha sbandierato le sue evidenti e numerose qualità.
Nel contenuto che, per il carattere universale e atemporale del tema, è assimilabile a molte fiabe classiche.
Nel testo che si presenta così musicale, pieno di rime interne e raffinate scelte lessicali (in questo la traduzione fatta da Cristiana Rocchi è accuratissima e rispettosissima, nell'uso parsimonioso della parola 'bello' intorno a cui tutto ruota, un po' meno, anche se si intuisce la ragione, nell'aver addolcito l'originale inglese che narra la lotta tra gatti).
Nelle immagini che si dichiarano così innovative anche nei confronti del supporto stesso. Non si può non notare come Wanda Gág domini la pagina, anche doppia, come dimostrano le diverse soluzioni che adotta: testo e immagini su pagine distinte, pagine che contengono entrambi, immagini che superano serenamente la linea di cucitura, bozzetti di interni, sequenze che ricordano il fumetto. 


Infatti a Millions of Cats è stato riconosciuto il merito di essere il primo picturebook della storia.
Considerato il suo capolavoro, nonostante avesse realizzato anche altri libri per bambini, Million of Cats deve la sua qualità a due fattori principalmente: da un lato l'indubbio talento di questa grande artista dell'incisione e dall'altro la sua consapevolezza che il valore estetico di un libro si conferisce tout court. E' irrilevante che esso sia pensato per un pubblico di bambini o un pubblico di adulti perché la cura messa in ogni dettaglio, compreso il lettering disegnato a mano dal fratello, le faceva dire a proposito delle sue illustrazioni "as much a work of art as anything I would send to an art exhibition."


Già pubblicato in Italia nel 1945 (nel 2013 Trauben ne cura una edizione anastatica), Elliot lo rilancia in una bella operazione di 'recupero' di monumenti della narrativa illustrata per i più piccoli e le più piccole.
Evviva!

Carla



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