mercoledì 24 febbraio 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


ODORE DI CASA

Piccola Orsa, Jo Weaver (trad. Carla Ghisalberti)
Orecchio acerbo 2016


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Grande Orsa uscì dalla sua tana invernale.
Al suo fianco trotterellava incerta una cucciola ancora mezzo addormentata, con gli occhi socchiusi al sole di primavera. 'Ci sono così tante cose da scoprire nel tuo nuovo mondo, Piccola Orsa!' disse Grande Orsa.
Grande Orsa condusse la piccola nella foresta, dove, tra gli alberi, tutto si stava risvegliando. 'Il nostro viaggio comincia da qui' disse."



Grande Orsa fa strada alla piccola tra il folto della foresta, tra i tronchi fitti che lasciano passare solo pochi raggi di sole. L'aria è ancora frizzante, quando l'inverno cede il posto alla primavera e tutto comincia a svegliarsi. Il naso e lo sguardo di Grande Orsa segnano la direzione. 


È il suo naso che per primo esplora il naso di un riccio con i piccoli, in un incontro stereofonico tra mamme e cuccioli. È attraverso il naso che conoscono api e salmoni. Naso ed occhi sono quasi l'unica parte che resta al di sopra del pelo dell'acqua del lago, al momento di attraversarlo. Il naso e lo sguardo puntano alle stelle. Ed è attraverso lo sguardo che Grande Orsa capisce che sta tornando l'autunno: lo stormo di anatre che solca il cielo pieno di nuvole è il segnale. Di lì a poco calerà il freddo e la neve coprirà il terreno. Si alzerà un forte vento e, ancora una volta con il naso e gli occhi puntati come l'ago di una bussola, Grande Orsa attraversa il principio dell'inverno e trova di nuovo...odore di casa. E la casa che era stata il punto di partenza diventa ora il punto di arrivo. Il ciclo di un anno, stagione dopo stagione, si è svolto sotto i loro occhi, i loro nasi.

Una storia esemplare nella sua semplicità. Una storia in cui si intrecciano temi universali quali la cura, la condivisione, lo scorrere del tempo attraverso le stagioni, le prime scoperte ed esperienze di chi è nuovo al mondo.


Una storia dove gli uomini non entrano.
Solo una Natura potente, due femmine orse e il tempo che passa.
Sebbene Grande Orsa sia una montagna di pelo, plantigrado dalle lunghe unghie e da centocinquanta chili di peso, è immediato riconoscere in lei l'essenza dell'affetto materno, comparabile a quello di una donna. Così come nella Piccola Orsa è facile leggere certa sventatezza propria dei piccoli, bambini inclusi, in quel suo appendersi ai rami bassi degli alberi e in quel suo saltare improvviso, quasi da gatto, al frullare del vento tra le foglie.


Asciugato il testo da ogni concessione a leziosità e a sdolcinatezze, il libro procede per grandi tavole in bianco e nero che riproducono gesti allusivi a comportamenti consoni ad ogni maternità, sia animale sia umana, in estrema sintesi assimilandoli tutti in un unico paradigma.
Colpisce infatti la grande tenerezza che suscita nel lettore il riconoscere in Grande Orsa e Piccola Orsa quel legame intensissimo e unico che esiste tra genitori e prole. Pur senza mai usare la parola mamma e la parola figlia.


L'altro elemento che non può non passare inosservato è il fatto che sia una storia tutta al femminile. Una storia dove i maschi non entrano.
In un momento delicatissimo per la coscienza di genere, un libro come Piccola Orsa diventa immediatamente una sorta di avamposto per la difesa della libertà di racconto. Nel riconoscergli questo merito, penso a tutti coloro i quali hanno avuto l'ardire di 'sparare' su molti capolavori della letteratura per l'infanzia, tacciandoli di un loro presunto ruolo diseducativo per quanto riguarda le questioni di genere e per quanto riguarda i modelli familiari sui generis che contengono.
La lingua inglese, rispetto a quella italiana così ricca di sfumature, nell'uso diffuso del genere neutro, ha quindi 'regalato' una straordinaria possibilità alla casa editrice Orecchio acerbo di vedere in quel cucciolo, il Little one in originale, una cucciola. E in tal modo, lontano dal chiacchiericcio spesso un po' becero che è nato intorno al tema, si è voluto trovare una risposta concreta e tangibile, ovvero un libro con la sua storia da raccontare.
Circostanza che, alla lunga, sono certa, si rivelerà vincente su ogni teoria di genere e su ogni imposizione di un modello di famiglia tradizionale.
Un libro prezioso, a partire dal titolo che brilla in copertina.

Carla

Noterella al margine: con le parole della stessa Jo Weaver dalle pagine di The Guardian seguiamo il pensiero che ha dato vita al libro. Prezioso, ancora una volta.


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