venerdì 12 settembre 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


GLI ANGOLI DELLA GIOVENTÙ

Il pezzo perduto incontra la Grande O, Shel Silverstein
Orecchio Acerbo 2014


ILLUSTRATI PER TUTTI

"Il pezzo perduto se ne stava tutto solo...aspettando che arrivasse qualcuno e lo portasse chissà dove."

Questo pezzo perduto potrebbe essere quel triangolo che un libro fa (Alla ricerca del pezzo perduto, Orecchio acerbo 2013) il tondo incompleto aveva preso con sé perché combaciava alla perfezione, ma che aveva anche rimollato a terra, dopo aver capito che insieme la vita sarebbe stata troppo diversa.
Se stessero davvero così le cose questo triangolo non sarebbe un pezzo perduto ma, piuttosto, abbandonato. Ma tant'è.
È lì, in attesa e in solitudine, e davanti a lui passano molte potenziali combinazioni, ma nessuna di queste funziona: troppo distratte, troppo pignole, troppo fameliche, troppo delicate...


Finalmente arriva chi combacia con lui alla perfezione. I due, fatti l'uno per l'altro, cominciano a rotolare in giro. Tutto pare risolto, fino al momento in cui, improvvisamente e inaspettatamente, il triangolo comincia a crescere e a crescere. Il delicato e perfetto equilibrio si rompe e i due devono separarsi.

 
Il triangolo torna in quel mood malinconico e solitario fino a che gli passa davanti qualcuno di diverso: la Grande O. Nella sua completezza, essa appare maestosa, serena e saggia. Ma non sarà lei a prenderlo su: a lei non manca nulla e non ha nessuna possibilità di inglobarlo. A lei, tuttavia, deve il prezioso suggerimento che cambierà la sua vita: 'smussare gli angoli' con fatica significherà per lui poter poi rotolare in tutta libertà. Anche dietro di lei, così grande, così tonda, così mamma...

Ieri parlavo ad insegnanti di scuola media e consigliavo loro di avere coraggio e di proporre questo libro 'gigante' a dei ragazzi in crescita, quali sono i loro alunni. Ragazzi a quali sembrerebbe strano avere per le mani un libro illustrato, fatto di pochi segni e poche parole. Sono convinta che, al di là delle apparenze, loro avrebbero comunque tanto da dire e da ragionare sulla vicenda del Pezzo perduto. Loro sanno cosa significhi sentirsi soli. Loro sanno cosa significhi mettersi in mostra e farsi belli per gli altri. 


Loro sanno cosa significhi cercare qualcuno con cui rotolare. Loro sanno cosa vuol dire avere tanti spigoli. Loro hanno gli angoli della gioventù. Mi piacerebbe poter ragionare con loro di chi si potrebbe nascondere dietro la grande O. 


Ragionare con loro sul fatto che, nella vita, gli obiettivi si dovrebbero raggiungere solo dopo un duro lavoro fatto di applicazione, determinazione e fatica -ealzaespingiesbatti ealzaespingiesbatti- mi sembrerebbe utile, oltre che necessario. In tal senso la grande O sembra rappresentare quella maturità e quella serenità di cui ogni adulto dovrebbe essere portatore nell'atto pedagogico di educare un piccolo. Educarlo al distacco dagli altri, educarlo al fatto che, nella vita, occorre imparare a farcela da soli. Educarlo alla consapevolezza delle proprie capacità, educarlo a cercare in sé le forze per diventare ciò che si vuole essere. Educarlo ad essere ciò che vuole essere, ad accettare il cambiamento, al di là di ogni convenzione.


Tutto questo, e non mi pare poco, è racchiuso in un libro fatto di pochissime parole e pochissimi segni.
Ma si sa che la semplicità è il risultato di un lungo lavoro di 'asciugatura' da ogni superfluità per arrivare all'essenza del pensiero. Tale semplicità ha molto a che fare con la Leggerezza che Calvino raccontava in una delle sue lezioni americane. Se non lo avete ancora fatto, andate a leggere quelle pagine illuminanti.
I libri di Silverstein sono così: fatti di quella leggerezza, di quella semplicità che ha qualcosa da dire a tutti. Dai piccolissimi fino ai loro nonni.

Carla

Noterella al margine. La leggerezza di Silverstein passa per una sua naturale musicalità e per una meravigliosa vena ironica che Damiano Abeni traduce da maestro sensibile.

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