venerdì 20 aprile 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


ALLA FINE DELLA FIERA

La grande ruota, Christine Beigel, Magali Le Huche 
(trad. Tommaso Gurrieri)
Edizioni Clichy, 2018


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"'D'accordo pollastra! Se terrò aperta la mia ruota fino alla fine della fiera, tu e i tuoi amici rimarrete lì ad ammirarmi fino alla fine della vostra vita di piccoli miserabili mostriciattoli!' 'E se non ce la fai?' Che domanda stupida!' 'La fiera dura una settimana... sette gio...' Ce la farò!'"

La sfida è stata lanciata ed è stata anche raccolta. 


Esasperati dalla vanità e dalla superbia del pavone e stanchi di essere dileggiati tutto il giorno, i suoi tre vicini di tana - la gallina che non sa far le uova tonde, la lumaca che sbava e la puzzola (o donnola che sia) che puzza - si organizzano e la provocano nel suo punto debole: la sua meravigliosa ruota di piume. Mentre il pavone è tutto intento a sfoggiarla, la gallina suggerisce ai suoi compari un'idea. Una buona idea: in paese c'è la fiera, dove una meravigliosa ruota di lunapark fa mostra di sé, facendo luce e musica tutto il giorno e tutta la notte e, soprattutto, non chiudendosi mai. Il paragone, seppure assurdo, è lì a disposizione. Ruota contro ruota. Il pavone, tronfio, si mette in competizione con il suo avversario meccanico, con la certezza di avere già in pugno la vittoria.


A onor del merito va detto che la sua tenacia lo rende tonico fin quasi all'ultimo. A un palmo dalla vittoria, la ruota di piume è ancora tutta aperta a far sfoggio di sé, tanto che i suoi tre vicini, dubitando sia stata una buona idea provocarlo così, temono il peggio e si votano a santa margherita. Se il pavone terrà la sua ruota aperta fino alla fine della fiera, lui avrà il diritto di prendersi gioco di loro per il resto della vita. Tuttavia, in qualsiasi gara sono gli ultimi istanti quelli che fanno la differenza e che richiedono il massimo dell'impegno e tanto sudore...

Costruito esclusivamente sul dialogo, questo libro ha due principali punti di forza. Il primo è proprio il ritmo della narrazione, così tanto vicina al fumetto, da adottarne spesso e volentieri anche i grandi ballon. Ma se un fumetto letto a voce alta si sbriciola nelle orecchie di chi ascolta, qui accade esattamente l'opposto. Un sapiente dosaggio ed equilibrio nei dialoghi serrati, ma anche e spesso ellittici, rendono La grande ruota un libro molto adatto e piacevole alla lettura condivisa. Giocato tutto sul contrasto tra un pavone vanesio e tre bestioline in cerca di riscatto sociale, il libro diventa terreno fertile per un' interpretazione psicologica dei personaggi. E la voce potrebbe andargli dietro... 


E camminando proprio in questa direzione, si arriva al suo secondo grande merito. Il disegno nelle mani di Magali Le Huche. Qualsiasi cosa lei illustri, fosse anche l'elenco del telefono, si riempie di così tanta ironia, da risultare inevitabilmente divertente. E' un'arte rara quella di insinuarsi negli spazi muti del testo e di riempirli di tanto altro.
Il gioco di sguardi è una delle sue armi migliori, per cui anche gli occhi di una lumaca piccoli piccoli sono in grado di indirizzare il tono di voce e farlo diventare esausto, così come lo sguardo tagliente della gallina diventa una meravigliosa smentita della sua proverbiale stupidità. La puzzola/donnola (sono cugine anche in natura) nel suo sorriso costante e nel suo sguardo sempre un po' troppo pieno di stupore, sembra incarnare il ruolo del 'gregario' a vita. Un babbeo buono. E poi c'è il pavone che comunica non solo con gli occhi, ma anche e di più con le sue piume che diventano barometro del suo umore. Il tocco magistrale però sta in quella toilette da camerino che si intravede in un paio di tavole e che rappresenta meglio di ogni firma in copertina, la cifra della Le Huche.


Nonostante il finale pacificatorio, non proprio all'altezza del tono generale della storia, sarebbe più utile non tanto cadere nel 'trappolone' del Leitmotiv della vanità punita, quanto piuttosto andare a spigolare con i piccoli lettori su una questione apparentemente marginale. Cosa ne sarebbe della vanità del pavone se non ci fossero i suoi tre vicini di tana?

Carla


Noterella al margine. Desidero formalmente dedicare qui un pensiero a quel pavone che ieri intorno alle 20.30 si aggirava per i vialetti di villa borghese. Nel suo progetto di esplorazione del mondo dell'aldilà (inteso come al di là della recinzione) che lo aveva allontanato dai più sicuri vialetti dell'attiguo bioparco, il poveretto, viste persone e auto in movimento, si pentiva amaramente della scelta e goffamente tentava di recuperare la strada di casa, stampandosi sull'inferriata e precipitando rovinosamente nell'erba alta che, per incuria del servizio giardini della capitale, pietosamente copriva la sua vergogna.

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