venerdì 15 settembre 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LA CHIMICA DI UN INCONTRO

La lucertola e il sasso, Giovanna Zoboli, Massimo Caccia
Topipittori 2017



ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)

"Il sasso è caldo. Alla lucertola piace il sole.
La lucertola è verde. Al sasso piace la primavera.
Il sasso è fermo.
La lucertola è rapidissima
Il sasso tace. La lucertola ama il silenzio."

Non svelo nulla se commento che sono fatti l'uno per l'altra. Entrambi amano la quiete: a lei piace stare ferma e lui, per natura, non fa mai gran moto e non ama chi lo fa. Questo è un altro motivo che li tiene insieme. Come li metti li metti sasso e lucertola oppure lucertola e sasso sono come pane e burro. perfetti assieme.
Lui viene da chissà dove lei arriva da chissà quando e ogni giorno si trovano e si scelgono: le lucertole e i sassi.


Che bellezza! Giusto, viene da dire che bellezza quando si è di fronte a una così forte intesa, e non sto solo facendo riferimento a quella tra la lucertola e il sasso, ma più direttamente a quella evidente tra chi scrive e chi disegna.
E se mi è concesso un paragone, la lucertola è l'una e il sasso è l'altro.


Non credo di dover dimostrare quanto sia guizzante la mente di Giovanna Zoboli, ma mi piace qui assimilare Massimo Caccia a un sasso per silenziosità connaturata, per rotondità e levigatezza del suo segno.
Della 'sassitudine' prende a prestito da un lato certa propensione alla pacatezza e dall'altro la consistenza piena, senza smagliature dei suoi magnifici disegni. Alla pacatezza aggiungerei certa delicatezza, per esempio nella presentazione dei due protagonisti, rispettivamente 'assenti' nelle pagine che ritraggono i loro corrispettivi. 



Provo a spiegare: il sasso è caldo si legge e si vede il sasso a fare bella mostra di sé, segue la frase alla lucertola piace il sole e la lucertola è assente, ma al suo posto è visibile un cerchio arancione che è il sole. La pagina successiva mostra la lucertola verde e al posto del sasso che ama la primavera compare solo una margherita il cui bottone centrale è di nuovo un sole, ma in scala ridotta.
Massimo Caccia il meglio di sé lo esprime nei suoi animali, categoria che predilige ritrarre. Anche in La lucertola e il sasso come altrove sono colti - qui e ora è proprio il caso di dirlo - come da un'istantanea con il flash che fa loro sgranare gli occhi, che li immobilizza e li rende, e torna la sassitudine, minerali di se stessi. L'altra sua capacità sta nel disporli all'interno dello specchio della pagina in modo mai convenzionale.


Già altrove è stata sottolineata la cifra molto personale, inconfondibile, delle sue opere, tele o illustrazioni che siano, una sensibilità per i colori non comune e una capacità di alludere attraverso il 'silenzio' di un disegno apparentemente algido a molte cose che le parole tacciono.
La qualità che riconosco in questo libro fatto di così poco sta proprio nel non dire, nel grande silenzio quieto che avvolge questo incontro, nell'instancabile togliere, sfrondare per raggiungere la necessaria 'leggerezza' dovuta a una sapiente capacità di sintesi e a un lavoro certosino di levigatura di testo e immagine. Tanto più si purificano i due linguaggi comunicativi - quello testuale e quello iconico - da ogni superfluo, tanto più la storia magicamente assume carattere di universalità.
E non è la prima volta che ciò avviene in libri a firma Giovanna Zoboli. Ancora una volta sono qui a riconoscerle il merito di dimostrare grande attenzione per la scelta delle parole, che la porta evidentemente a un lessico parsimonioso e di grande efficacia. Tra una frase e l'altra, divise anche fisicamente dal taglio della pagina, si crea uno iato, un vuoto che spetta al lettore colmare con un nesso logico. Tutto il libro è costruito in tal modo: la lucertola è verde/al sasso piace la primavera oppure La lucertola sta immobile/il sasso ama la quiete oppure si crea una sorta di eco interna: il luogo lontanissimo richiama il tempo lontanissimo o ancora il binomio lucertola/sasso che si specchia in se stesso diventando sasso/lucertola.
Tutto questo, e non è poco, attiene agli aspetti più formali, diciamo discorsivi del testo, ma qual è la sostanza dell'intera storia? 



Forse davvero la semplicità di un gesto in natura che diventa esempio cosmico di come funzioni quello che, per usare una parola modaiola ma maledettamente centrata, è la chimica degli incontri.


Carla


Noterella al margine. Queste riflessioni sono il mio modo per 'esserci' anche se non ci sarò. E mi riferisco alla inaugurazione di una libreria, sabato 16, che mi è molto cara che fa il suo debutto con la mostra delle tavole originali e la presentazione del libro.


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