venerdì 19 maggio 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


CIAO, TU

Yeti, Taï-Marc Le Thanh, Rebecca Dautremer, (trad. di Guia Pepe)
Rizzoli 2017


ILLUSTRATI

"Ci penso ogni giorno.
E ogni notte.
A volte mi chiedo cosa potrei dirgli se lo incontrassi.
'Buongiorno'? Anzi, 'Buongiorno, Signore'?
E se fosse meglio non dargli troppa confidenza?
Gli stringerei la mano. O lo saluterei con un bacio?"

Appoggiata alla ringhiera del balcone della sua casa verde speranza, questa ragazza pensa sempre a lui, allo yeti. E lui, acciambellato, è al portone. 


Mentre si interroga sul suo aspetto, sulle sue abitudini e confessa a se stessa il desiderio di incontrarlo ed è già lì a progettare il viaggio, con cartine e guide dei luoghi, lui gigantesco è nell'ombra dietro di lei che sbircia la mappa.


Durante il viaggio in treno che la porta ai piedi di una grande montagna, lui occupa due sedili più in là. Come guida, la ragazza ha un bimbetto e un cane, che - al contrario di lei - lo yeti e la sua incombente ombra li vedono e forse li temono. L'attraversata nel bosco, la risalita in teleferica, sono sempre controllate a vista dal grande yeti che neanche per un secondo la lascia sola in questo suo lungo e pericoloso viaggio...


Arrivare in vetta è impresa ardua, forse impossibile se non ci fosse una grande mano che la sostiene nei momenti di vuoto.
E, arrivata caparbia, in cima il suo desiderio si trasforma in trepidazione: un breve richiamo Uh, uh, Signore? e poi l'attesa che la tiene sospesa là in capo al mondo (dove non ci si può spingere oltre). Quindi la decisione di attendere quanto sarà necessario e il magnifico presentimento, quasi una presenza avvertita. Non resta da fare altro che contare fino a tre e poi voltarsi: uno... due... tre...


Un libro sull'amore, sul primo amore, che colpì molte generazioni di lettori fu Ciao, tu. Scritto a quattro mani da Piumini e Masini, la storia di Michele e Viola che tra i banchi di scuola si indovinano, si scoprono si sanno, diventa libro di culto in pochissimo tempo perché racconta la bellezza nel gioco ideato tra i due che 'ufficialmente' non si conoscono e riconoscono, ma nella ricerca si scoprono a poco poco con una lenta seduzione fatta solo di parole. Il libro di Piumini e Masini, meraviglioso in ogni sua parte, consta di un finale che tanto ricorda quello pensato per Yeti. Il presentimento di qualcuno alle spalle, il contare uno, due e tre e alla fine girarsi e scoprirsi. Dare un viso all'amore, dare un viso alla propria felicità di quel momento.
Ancora una volta sono qui a dire che non credo sia un caso questa analogia così stringente. Analogia che mi permette di proporre una lettura, una delle tante possibili di questo nuovo libro della coppia Le Thanh-Dautremer, in chiave metaforica.
E ancora una volta sono qui a dire che un filo narrativo che potrebbe sembrare sottile si rivela al contrario fortissimo e pronto a tenere insieme legami inaspettati e fertili.
 

La figura mitica dello yeti può essere un pretesto, un meraviglioso pretesto, per ragionare sul significato che ha la ricerca, e nella fattispecie la ricerca dell'altro, le molte incognite di cui è disseminato il percorso, il traguardo, nella fattispecie verso l'amore, sia esso il più tenero ed effimero 'primo amore', sia esso quello più consapevole che vorremmo 'per sempre'.
Sempre di viaggio si tratta, viaggio interiore, sempre da mille domande è scandito, sempre di inarrivabile conquista ha il carattere. E non sono forse questi gli elementi che Taï-Marc Le Thanh mette in bocca a quella fanciulla intraprendente e sognatrice? Non è forse la ricerca dell'altro, o più in generale la ricerca della felicità, per gran parte creata da una nostra costruzione che con il mito ha molto a che fare? E dunque lo yeti ne può essere incarnazione leggendaria, se davvero in nepalese significa 'quella cosa là'?


Che la Dautremer abbia colto l'occasione offertale dai molti non detti del testo per creare a sua volta un gioco visuale con prospettive, ombre, dettagli che dichiarano il tono 'sospeso' del racconto mi pare evidente. Personaggi che sono disegnati e non vengono visti, valigie che cambiano di colore a ogni pagina, paesaggi irreali, picchi scistosi o cairn megalitici per acrobati esperti sono tutti elementi che contribuiscono a dare un profilo onirico all'intera vicenda.
In una rinnovata, quanto armonica sensibilità cromatica che predomina in chiave puramente estetica su ogni tavola.
Insomma, gran bel libro.

Carla

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