giovedì 12 gennaio 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


PER INCANTO

Dimenticare Berni, Eva Sánchez Gómez (trad. Laura Sagone)
Edizioni Corsare 2016


ILLUSTRATI

"Dicono che ho un amico immaginario. Dicono che è un'amicizia impossibile.
'Cerca di non pensare all'orso bianco...' mi ripetono.
'Impossibile' rispondo.

È una bambina bruna, un po' selvaggia e un po' elegante, un po' goffa e un po' aggraziata, che ha per amici un orso polare e un cervo. Con il primo è diventata grande, insieme hanno condiviso corse in slitta, gare di nascondino, belle dormite vicini, probabilmente sogni, di certo chiacchiere sull'altalena, letture importanti e salti con gli sci ai piedi. Al cervo, arrivato dopo, lei stessa ha insegnato a pattinare, lo ha visto cadere ma anche vincere. E anche con lui è stata amicizia. Amicizia vera.
A chi continua a suggerirle di non pensare ai suoi amici immaginari, lei risponde con sicurezza e candore...


Una sottile linea scura divide la realtà dall'immaginazione. Al di qua tutto ciò che è, tutto ciò che è esterno a noi, al di là tutto ciò che è sogno, tutto ciò che è interno a noi. Di qui un mondo con i suoi confini, le sue certezze e i suoi limiti, di là un mondo che da impossibile diventa possibile.
Forse un po' troppo semplicistico il ragionamento, ma spero efficace.
Di qui qualche amico, o forse nessun amico, di là un orso in camicia, pantaloni alla zuava e cravatta e un cervo in bretelle e gessato. Uno scia e l'altro pattina.
E perché no? Come sarebbe più facile (e certamente più comodo) attenersi alla sola realtà, per esempio pensare che gli orsi siano solo quei feroci animali da Artico a cui la banchisa si sta sciogliendo sotto le zampe, ma non siano anche compagni di giochi insuperabili.


Fortunatamente siamo stati programmati per immaginare, ed essere in grado di saltare al di là di quella linea scura. E quindi gli orsi da peluche su una sedia possono 'crescere' e diventare confidenti su una panchina del parco. E i cervi, da essere selvaggina preferita nel parco del re (e della regina), un giorno possono venir rubati da Geordie, e, finalmente liberi, diventare tenaci allievi pattinatori nel laghetto ghiacciato ai confini del villaggio. 


Geordie, invece, incauto ladro per denaro, lo impiccheranno con una corda d'oro. Ma questa è un'altra storia.
Tuttavia, esercitare l'immaginazione, sembra dire la voce fuori campo nel libro, può complicare parecchio l'esistenza. In assenza, però, si fa davvero poca strada.
In un soffio spazzati vie le religioni, il progresso delle scienze, l'amore...
Quella bambina, ed Eva Sánchez Gómez, invece, sanno bene dove sta di casa il sogno. Lo hanno visto: un album di fotografie è lì a dimostrarlo.
Come spesso accade, è un fatto di conoscenza. E l'immaginazione, purtroppo per i realisti, è un ottimo sistema di apprendimento... 

..."Ma è perché non lo conoscono"

Se non immagini, non conosci e se non conosci, non puoi credere.
Quindi se non conosci Berni, non puoi credere a Berni.
Eva Sánchez Gómez costruisce una storia sulla materia prima di un illustratore: l'immaginazione.
Alla sua prima prova in Italia e alla sua seconda prova come autrice di testo e immagini (la prima Dip. Más allá de la oscuridad è stato pubblicato nel 2015 e ha vinto la quarta edizione del premio albo illustrato Edelvives), Eva Sánchez Gómez non passa inosservata.
Catalana per nascita e formazione, ha un modo di disegnare e di raccontare che non sembra essere per tutti. Con una capacità di tecnica figurativa molto alta e non comune, attinge a un immaginario fatto di ibridazione, di ambiguità, di perenne sconfinamento al di là di detta linea scura.
Tratto comune con altri suoi libri è l'inquietudine, di cui sa cogliere l'essenza. Anche questo la rende interessante, soprattutto per un pubblico maturo.
Penso a libri come L'attente (2014 L'âne bâté) in cui offre una lettura molto personale del testo di Mercè Hernández. Una voce unica che racconta l'attesa di qualcuno che non arriverà più, nelle sue matite e pennelli, si trasforma in una carrellata di sfumature emotive rappresentate attraverso le sembianze di animali sempre diversi, sempre antropomorfizzati.

Mercè Hernández, L'attente L'âne bâté 2014

Un po' di qui e un po' di là, abbiamo detto. Un doppio registro per maneggiare realtà e sogno con uguale dimestichezza.
Berni è pieno di ghiaccio e neve, ma tutto si stempera in colori tenui e delicati. Il testo, se da una parte è un inno gagliardo all'immaginazione, dall'altra è anche un'ammissione di solitudine di quella bambina, avvolta teneramente nel suo fantasticare. E' un libro che sa essere silenzioso negli scenari e nel poco testo, ma anche movimentato nel continuo saltare e danzare di orsi e cervi su neve e ghiaccio. E' un libro con grandi presenze e grandi assenze.



Sa essere malinconico e ironico allo stesso tempo. Le grandi tavole si alternano ai singoli oggetti, o alle vecchie fotografie. Come un album di ricordi preziosi.
Che solo a guardarle, è incanto.

Carla

Noterella al margine. Aspettiamo con trepidazione il prossimo libro sul testo di Leah Goldberg, Se renta departamento.

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