venerdì 18 novembre 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


DOVE UNO NON SE LO ASPETTA

Le avventure di Erasmo - Elogio dell'acqua, Daniela Maddalena
Marcos y Marcos 2016


NARRATIVA PER MEDI (dai nove anni)

"Era partito per un viaggio nel Mediterraneo due mesi fa e non era più tornato. Nave ed equipaggio, in tutto dodici persone, tutte scomparse. Polizia e giornalisti se n'erano occupati per i primi giorni, poi si erano stancati. Forse si dovevano occupare di scomparse più fresche.
Erasmo era tristissimo."

Inconsolabile, fiacco e svogliato, questo ragazzino viene prelevato dalla zia, che parla sempre in versi e che ha gli occhi laterali, e portato in mare. Fuggono dagli assistenti sociali, dietro la scia del padre scomparso. 
Il loro viaggio per mare non prevede imbarcazioni, ma solo muscoli allenati. Bracciata dopo bracciata, i due si 'incamminano' alla ricerca del capitano di lungo corso. Nuotano di giorno, mentre di notte avrebbero in progetto di fermarsi a riposare in una confortevole casetta gonfiabile e galleggiante, se non fosse che il mare si alza e manda in pezzi il loro unico rifugio. Per nulla disarmati, i due proseguono per incrociare sul loro percorso: un concerto rock tra pesci, una barchetta di un pescatore generoso, un'arca piena di animali che stanno girando un film il cui regista villeggia su una nuvola...e poi le sirene con le loro illusioni e poi un pescecane che, come nella storia di Pinocchio, li inghiotte tutti interi. Due resort gemelli e ultima non ultima, una ragazzina carina.
Quando ormai le forze sono esaurite, non resta che arrendersi e decidere che il capitano è uscito per sempre dalla vita di suo figlio Erasmo. Non rimane altro da fare che tornare al punto di partenza, ovvero la casa della zia dove tutto li aspetta come prima, o quasi.

Non mi pare possibile definire la storia di Daniela Maddalena, un racconto lineare. Non si può dire neanche che sia una storia di tutti i giorni. La si può al contrario definire un'avventurosa avventura, impastata con quel tanto di follia, con un bel po' di sonorità, e con una giusta dose di ironia.
Il pretesto di partenza, la scomparsa del padre del piccolo Erasmo, bambino dalle grandi e attente orecchie, già mette sulla strada del racconto avventuroso sulle tracce di qualcuno. il binomio nipote-zia è un altro topos letterario (e non solo) che va nella stessa trasgressiva direzione. Terzo elemento, l'acqua che diventa necessariamente contenitore 'anomalo' di una serie di attività, le più disparate e impensabili da svolgere 'a mollo'.
Queste tre componenti, intrecciate a dovere con un ritmo serrato, fanno sì che la storia decolli letteralmente verso l'assurdo senza remora di sembrare inverosimile. In questo, il libro ha davvero l'andamento ondivago tipico del pensiero di un bambino che non teme mai di sembrare folle nei suoi salti logici.
E' una grande festa del 'tutto è possibile' . Basta dirlo (o meglio scriverlo) e magicamente diventa vero.
Se la lettura di un adulto alle volte suda e fatica per mantenere l'orientamento, so che a ragazzini e ragazzine invece questo andare di qua e di là in balia dell'immaginazione a briglia sciolta piacerà parecchio.
A questo si aggiunga una sensibilità per il sonoro, talvolta raccontato per sequenze di lettere lunghe anche un rigo e talaltra descritto e lasciato all'immaginazione di chi legge. Se i suoni di questo libro sono da un lato nella lettura ad alta voce che se ne può fare, dall'altro si ritrovano nella trama stessa del racconto che in più di un'occasione offre visuali di concerti surreali, oppure descrizioni di strumenti musicali improvvisati e fai da te, per lo più ad arco o a percussione. Pochi i fiati, onestamente.
In questa rumorosa sarabanda le voci sono molte, ma a una in particolare occorre dare ascolto. Ed è quella fuori campo, sempre al presente indicativo, circostanza questa che talvolta la fa stridere come una nota stonata, ma che funziona bene per tenere sempre all'erta l'attenzione di chi legge.
Accanto a questa, quella in versi della zia, che pare le sia nata da un amore imperituro per l'antologia.
Il gran finale, che si concentra (forse troppo) in poco più di due facciate, va letto e poi riletto, e forse riletto ancora prima di essere sicuri di averlo in tasca.
E io questa sicurezza, al momento, non ce l'ho.


Carla

Noterella al margine. A chi come me ha amato tanto Pinna morsicata di Cristiano Cavina, racconto fatto di grandi profondità, e non solo marine, qui si ritroverà a veleggiare sulla superficie dell'acqua, sempre mossa e mai uguale.

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