venerdì 14 ottobre 2016

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)

IL CONTAGIO DELLA LIBERTA'


L'editore Il Castoro, con grande coraggio sta proponendo dei testi che criticamente mettono in luce le contraddizioni del nostro presente. In Solo per sempre tua Louise O'Neill ci ha raccontato di un mondo in cui le ragazze sono programmate per compiacere, a vari livelli, i maschi, signori e padroni del mondo. 
Ora, Luigi Ballerini con (Im)perfetti sposta lo sguardo sui paradossi impliciti nella nostra cultura di massa, la ricerca della perfezione, con le tentazioni di ingegneria genetica, il controllo del comportamento sociale attraverso i mezzi di comunicazione di massa o, per dirla più direttamente, la perversa cultura dei reality, che coinvolge tante persone. Nel caso di questo romanzo i tre protagonisti, due ragazzi e una ragazza, appartenenti alla stirpe dei Perfetti, concepiti cioè artificialmente, devono affrontare una serie di prove che stabiliranno il loro ruolo all'interno della élite che governa il mondo. Ciascuno di loro nasconde un segreto: l'essere un falsificato, cioè un imperfetto trasformato chirurgicamente per sabotare il sistema; avere una malattia non prevista dal codice genetico; essere portatore di un talento che non corrisponde alla propria categoria.
Queste prove, che esaltano la purezza della 'razza', e il riferimento è pienamente voluto, avvengono all'interno di uno show in cui realtà e mistificazione si confondono perfettamente. La descrizione del meccanismo di manipolazione che guida questo rito di passaggio è calzante: eroi fasulli, che diventano star popolari, confermando la validità dei valori dominanti attraverso la manipolazione, lo stravolgimento della realtà con una sapiente regia che tutto controlla. Se uno dei protagonisti, Adon P, è in realtà in missione per conto della Resistenza, non sarà l'esecuzione del piano originario a mandare all'aria la messa in scena, ma il rifiuto del controllo sociale sulla vita di ciascun individuo. Quello che ne emerge è un grido d'allarme e una speranza: il grido d'allarme è rivolto all'ottundimento delle coscienze, soprattutto giovanili, nella cultura odierna. La presenza di ideali di perfezione modellati sulle esigenze commerciali, che vendono un'idea di felicità associata ad un corpo non umano, plasmato su modelli impossibili; una cultura dell'apparire, enfatizzata dalle produzioni tv che si nutrono dell'osceno spettacolo delle umane debolezze, delle finte avventure, dei finti amplessi.
La speranza che l'autore con forza sottolinea è che si diventi consapevoli che la strada della felicità, ammesso che esista, passa per la libertà di essere se stessi.
Leggendo questo romanzo, che spero aiuti le ragazze e i ragazzi di oggi a riflettere sui propri miti, non ho potuto non pensare ad un racconto di fantascienza, che mi colpì molto negli anni lontani della mia adolescenza. Si tratta di “Pentiti arlecchino!” Disse l'uomo del Tic-Tac,* che nel 1966 valse il premio Hugo al suo autore, Harlan Ellison, noto soprattutto come sceneggiatore di serie televisive come Ai confini della realtà.
In questa storia, si immagina una società in cui il controllo sociale si fonda sul tempo e un uomo potentissimo, l'Uomo del Tic-Tac, ha la facoltà di sottrarre del tempo di vita alle persone che non rispettano la rigida organizzazione cronometrica. Arlecchino, che è proprio la maschera che indossa il protagonista, è un uomo diverso, non allineato e non allineabile, almeno con le buone. Passa il tempo a mettere sabbia nell'ingranaggio perfetto in cui nessuno è libero. Inonda le strade mobili di gelatine di frutta, causando una seria di incidenti che costringono tutto il sistema a perdere tempo, provocando grande confusione. Il sistema non può che dargli la caccia. Verrà preso, naturalmente, e virtualmente distrutto. Ma l'Uomo del Tic-Tac, inspiegabilmente, comincerà ad accumulare ritardi.
Anche allora, il timore era quello di una società iper-organizzata, gestita dall'alto e nemica giurata del libero pensiero e della libertà personale. Anche in questo prezioso racconto, la via di fuga è individuale, e la semplice presenza di un soggetto ingovernabile è di per sé la miccia necessaria ad innescare il cambiamento. Efficace metafora di una società spersonalizzante in cui tutto è controllato e misurato, questo manifesto del pensiero anarchico è anche l'invito per niente velato a fare della propria vita una testimonianza di libertà. Costi quel che costi.
Letture intelligenti e impegnative per ragazzi e ragazzi di almeno dodici anni.

Eleonora

“(Im)perfetti”, L. Ballerini, Il Castoro 2016
* purtroppo non credo esista un'edizione attualmente in commercio

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