martedì 8 dicembre 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

VEDREMO 

L'attesa, Daniela Iride Murgia
Edizioni Corsare 2015


ILLUSTRATI PER MEDI (dai 6 anni)

"Era gennaio.
A volte mi sentivo solo.
Avevo coltivato un dolce desiderio,
una verde speranza,
verde come l'erba che cresce cocciuta
e silenziosa ai bordi delle strade.
Così mi sono fatto coraggio 
e ho chiesto a mamma e papà
con tono supplichevole:
- Potrei avere un cane?
- Vedremo...
Hanno mugolato in segno di risposta."

Il dolce desiderio, la verde speranza rimane lì. Ancora a febbraio, la domanda è la stessa, e la risposta invariata. Così a marzo, aprile e maggio e ogni volta l'attesa resta delusa. Una volta, i grandi di cui anche i visi sono nascosti, squittiscono il loro 'vedremo', un'altra lo ruminano o ancora lo balbettano. E ogni volta questo bambino ha un argomento più forte per convincerli: occhi dolci, dieci in scienze. La sua speranza di avere finalmente un cane tutto bianco pezzato di nero, di poterlo chiamare Macchia, di insegnargli a parlare resta avvinghiata al filo d'erba tenace.
Poi un mattino, nel giorno del compleanno, il cane arriva. E' un peluche.
La richiesta, dunque, si fa ancora più chiara ed urgente: posso averlo vero?


Mese dopo mese, nulla sembra cambiare. Quel 'vedremo' farfugliato, mormorato, sibilato e chiocciato è sempre lì a fare muro. Questo bambino non demorde, perché ogni volta sente consolidarsi in lui la consapevolezza che lui proprio un cane vuole, e non un pesce, o un serpente, o un pulcino.


Eppure, allo scadere dell'anno, con il ripresentarsi dell'inverno, anche la sua tenacia si è affievolita e non ha più il coraggio di chiedere, tanto sa che in cambio riceve solo l'ennesimo 'vedremo'.
Finché una mattina, un tepore umidiccio sulla mano che penzola dal letto è la certezza che per i prossimi inverni il freddo sarebbe stato lontano...


Un libro che colpisce. Per diverse ragioni, come sempre.
In un albo illustrato, la prima cosa che colpisce lo sguardo, inevitabilmente, è l'immagine. Le tavole della Murgia non sono mai immediatamente leggibili in ogni loro parte. Composte da stratificazioni successive e diverse di materiali, esse sono un collage colto e raffinato, tenuto insieme da un segno a matita, tenero e declinato in toni pastello a definire incarnati e manine. L'occhio, goduto l'insieme, si concentra poi sul dettaglio. Fin dai risguardi, che alludono a una visione come attraverso una lente.


A ogni giro di pagina si susseguono tecniche differenti che si compenetrano e che, nel loro complesso intreccio, offrono un risultato di reiterata sorpresa. All'acquerello si alterna la china, al pastello, il collage e la texture. Insomma un continuo vibrare.
Il secondo elemento che colpisce è il testo. In quella che potrebbe a tutti gli effetti essere considerata una poesia, vista anche la veste grafica assegnatale, nulla viene lasciato al caso. In un rimando continuo interno al testo, si susseguono i legami. Allo stambecco muschiato risponde un ruminato vedremo, così come alle lucciole corrisponde un bisbiglio che, naturalmente, avviene in luglio.


Non tutti avrebbero saputo mettere insieme con tanta grazia ciò che è sotto gli occhi di ognuno: luglio, mese delle lucciole, e bisbiglio, come suono immaginato per tali insetti dalla pancina luminosa. Sensibilità per il suono delle parole e capacità visionaria, sono entrambe doti che vanno riconosciute qui a Daniela Iride Murgia.
Terza ragione che rende questo libro una bellezza, sta nella relazione stretta, che si potrebbe definire quasi affettuosa, che si stabilisce tra testo e immagine. I dettagli di parola trovano eco allusivo nelle figure che, a loro volta, sono portatrici di suggestioni nella genesi del testo.
Bachi che pendono a ricordare un'attesa che li vedrà poi farfalle; pulcinelle di mare che si legano alla maschera nasuta napoletana e che nel testo alludono a grida di conquista da scogliere bianche e verdi, con evidente allusione ai luoghi dove nidificano per deporre le uova, uova che, a loro volta, hanno un loro preciso antecedente visivo nell'immagine di una poltrona che ricorda la Ball Chair di Aarnio, che, in uno con il paralume, rappresenta il salotto citato nel testo dove lo stambecco muschiato potrebbe comodamente pascolare. 


Che bello perdersi così in un libro...


Carla


Noterella al margine. La quarta ragione che rende questo libro una delle migliori uscite viste in fiera è il senso profondo di cui è portatore. Il desiderio che matura attraverso l'attesa, fino ad assumere una forma sempre più precisa. L'aspettativa, tenace come l'erba, che sublima nel sogno e poi, come per incanto, quando ormai anche la tenacia sembra essersi arresa, diventa realtà.


Che bello perdersi in un libro così...




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