giovedì 5 febbraio 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LE PAROLE SONO PIANTE


Storie di parole, Giuseppe Pittàno, Rosanna Bonafede, Alessandro Sanna

NARRATIVA PER MEDI (dai 7 anni)

"Rosmarino. Deriva da una parola latina composta da rōs (rugiada) e marina (del mare) che letteralmente vuol dire rugiada del mare. Infatti il rosmarino è una pianta che cresce nelle zone costiere, sulle rocce vicino al mare [...] Nell'antico Egitto si metteva qualche ramo di questa pianta odorosa nelle tombe dei Faraoni per rendere profumato il viaggio delle loro anime nell'aldilà."


Un dizionario etimologico dovrebbe essere classificato come testo di divulgazione. La stessa curatrice, Rosanna Bonafede, nella Premessa ne sancisce il taglio divulgativo, eppure quel titolo, a mio parere, vuole dirci anche qualcosa d'altro. E non mi pare di fargli un torto se considero questo libro, oltre ad un utile strumento di apprendimento, anche un'insolita raccolta di storie, punteggiata dai minuscoli, sintetici e numerosi disegni di Alessandro Sanna.
Per questo motivo la sua recensione che dovrebbe appartenere alla rubrica Fammi una domanda, io, provocatoriamente, la colloco nella rubrica dedicata alla narrativa. E lo faccio proprio perché ne riconosco il valore narrativo, prima di qualsiasi altro.
Questo dizionario che si occupa dell'origine delle parole, per la precisione di 336 parole tra italiane e d'importazione, è certo un libro di carattere divulgativo, ma è anche un'affascinante sequenza di micro racconti legati al nostro lessico. Alcuni di questi sono davvero inaspettati. I cereali si legano a Cerere; la cravatta arriva dalla Croazia, l'altalena ha a che fare con la guerra e il rubinetto deve il suo nome a un montone...E, colmo dei colmi, la locomotiva deve il suo nome ad una parola che ha cinquecento anni in più di quella macchina sbuffante, nata ai primi dell'Ottocento.
Ogni maestro o maestra di scuola dovrebbe aprire e chiudere la sua giornata in classe con la lettura condivisa di una o due di queste definizioni e lo dovrebbe fare nella convinzione che le parole sono veri e propri utensili, ferri del mestiere, nelle mani di chi le sa usare.
Avere un lessico articolato, conoscere il maggior numero possibile di parole aiuta nella vita. Sapersi esprimere con proprietà di linguaggio, saper chiamare le cose con il proprio nome, saper cogliere le sfumature di significato di cui la lingua italiana è così ricca spesso può rivelarsi una competenza molto utile.
Nella fase di apprendimento di un bambino, appena varcata la soglia del saper scrivere e leggere, conoscere sempre nuovi vocaboli è un po' come respirare, o mangiare, sono gesti che ci tengono 'accesi', sono la riserva di carburante del nostro cervello e del nostro pensiero.
In questa ottica, un vocabolario nelle mani di un ragazzino può rivelarsi pozzo inesauribile di informazioni, di nessi logici, di scoperte avvincenti.
E se questo vocabolario è in realta un dizionario etimologico che racconta le parole come fossero piante, ovvero ne esamina le radici, ne valuta la direzione presa nella crescita, ne considera la robustezza, ancora meglio. Studiare le parole attraverso la loro etimologia significa innanzi tutto intenderle come cosa viva, come elemento linguistico in evoluzione e questo è un concetto che i ragazzini dovrebbero aver presente fin dal principio del loro percorso di apprendimento.
Quindi perché non leggere questo libro in classe come un libro di narrativa un po' insolito e perché non tenerlo sulla cattedra, accessibile sempre per un uso quotidiano?

Carla


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