giovedì 19 febbraio 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

"LA TRASPARENZA PORTA CON SÉ L'ENIGMA"*

Ogni goccia balla il tango, Pierluigi Cappello, Pia Valentinis
Rizzoli 2014


POESIA

"PASSEROTTO
Più astuto di un mago
è apparso in giardino
un passerottino:
se tu gli dai spago
saltella a piacere
qua e là in una frasca
e il sole si intasca
che è bello da bere."


Avere uno zio che si chiama Pierluigi Cappello e che di mestiere fa il poeta è una bella fortuna. Chiara, la piccola Chiara, non ha ancora sei anni quando per giorni interi si esercita a imparare una brutta poesia sul papà.
Sono rime d'occasione, ma a lei non entrano in testa e così decide di rivolgersi allo zio perché le scriva dei versi degni di essere imparati e poi recitati. E suo zio, Pierluigi Cappello accetta la sfida, che non sta nello scrivere versi, visto che lui è poeta, ma nello scriverli per un bambino. Da quella poesia sul papà che Chiara, ovviamente, impara in un attimo ne vengono delle altre e, arrivate ad essere trentatré, diventano un libro. 


Devono essere 'versi ben scolpiti' dice Cappello che sa quanto esigenti siano i bambini che nelle poesie cercano concretezza ma anche sorpresa. Nello scriverle vanno cercate le 'parole bambine' e il loro suono non passerà inosservato. Ma ben altro va nascosto in una poesia: quel senso di vertigine che si prova di fronte a una discesa fatta a rotta di collo. Quella paura e quella gioia che si generano dallo stupore di vedere parole consuete messe 'ad arte' le une accanto alle altre, a formare una bella poesia. La meraviglia che nasce ogniqualvolta le parole si dispongono 'ad arte' e raggiungono la perfezione.


Cappello, in una sorta di riflessione condivisa e conclusiva, si augura che anche un bambino possa capire che la poesia non è solo un semplice gioco di parole, ma si alimenta anche e soprattutto attraverso l'immaginazione, i sensi e l'anima, generando in chi ascolta la meraviglia. La poesia, rispetto anche al più alto esempio di prosa letteraria, ha il dono di far suonare le parole tra loro secondo un'armonia inaspettata. Questa è la chiave.


Bruno Tognolini, tanti anni fa, parlandomi della sua esperienza di poeta mi convinse del fatto che solo dopo aver letto una poesia si può provare questo stupore, questa meraviglia, come fossimo di fronte a cosa mai vista. Una poesia può considerarsi ben fatta solo dopo che detto stupore e detta meraviglia si concretizza in quell'attimo di silenzio, di respiro sospeso che si crea dopo aver letto l'ultimo verso...Con le poesie di Cappello accade. Lo stupore per un passero che beve il sole, per una goccia che balla il tango, per un picchio che arrossisce.
Poesie, queste, che attingono al suo mondo, e anche a quello di Chiara che immaginiamo non troppo diverso: merli, passerotti, gatti, rondini, formiche, lucertole, scorpioni, luna, pioggia, neve e la tanto utile noia, mamma di grande fantasia...

Carla


Noterella al margine, ma neanche tanto, sulle illustrazioni di Pia Valentinis, che sembra nata per illustrar poesia, in questo suo tratto sintetico ma che in taluni casi si apre a soluzioni di grande forza evocativa.
Proprio come succede con la poesia, la buona poesia.
Entrambi friulani, Cappello e Valentinis, fanno del nitore la loro sigla.

* dalla bella intervista su Corriere della Sera a cura di Cristina Taglietti


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