martedì 17 febbraio 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


AFFINITÀ (E)LETTIVE

Che differenza c'è tra un libro e un bambino?, Anna Sarfatti, Sara Benecino
Nord-Sud 2015


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"Ai libri piace stare accanto ad altri libri, si fanno compagnia e si sostengono a vicenda...anche ai bambini.
I libri hanno un indice...i bambini di solito ne hanno due.
Ai libri piace avere una copertina...anche ai bambini."

A ben vedere i punti di somiglianza tra un bambino e un libro sono parecchi. Affinità elettive? Le differenze, molto meno numerose: i bambini possono fare a scambio di figurine, mentre tra i libri lo scambio di figure è vietato dalla legge. I libri dormono sotto il cuscino, mentre i bambini sopra. I bambini divorano i libri, ma è impossibile che accada il contrario. I libri devono essere rilegati, farlo con i bambini sarebbe reato. I libri conservano foglie tra le pagine, mentre i bambini collezionano sassi nelle tasche. I bambini hanno molte costole, i libri ne hanno una sola ma stanno lo stesso in piedi...



Una trentina di sapidi paragoni tra libri e bambini che giocano soprattutto con la ricchezza naturale della lingua italiana: attraverso i bisensi, ovvero i doppi significati di alcune parole (carattere, indice, orecchie, copertina e collana ne sono esempio), attraverso giochi di parole come il cambio tra lettere, come figli e fogli... o assonanze, passeggini e passaparola. Ma la maggior parte delle relazioni che si stabiliscono tra bambino e libro è fatta di affinità profonde: bambini e libri hanno diritto di andare a scuola, bambini e libri si mettono nelle mani di chi si occupa di loro, libri e bambini hanno molto a che fare con la libertà, entrambi possono essere impegnativi, ai bambini piacciono i libri colorati e viceversa.


Chi ha immaginato questo libro, Anna Sarfatti, dimostra di amare tre cose: i bambini, i libri e la lingua italiana. Per i primi due, resta poco da aggiungere. Ma per il terzo elemento va fatta una precisazione. La sua ottima capacità di giocare con l'italiano l'ha dimostrata in una buona porzione della sua attività letteraria. Una attività che troppo spesso rimane in ombra: la traduzione. Ad Anna Sarfatti, infatti (ecco la rima) si devono, tra le altre, le traduzioni più che brillanti di tutti i libri del Dottor Seuss, da Prosciutto e uova verdi, fino al Lorax. E già solo per questo dovremmo tutti esserle grati, fino alla fine dei giorni.
Qui, come allora, ritrovo l'ironia di cui questo libro è pieno e che viene in luce, appunto, attraverso la manipolazione felice dell'italiano. Ma a parte questa felicità di stile, mi pare necessario sottolineare anche un aspetto più profondo che tocca, con la consueta leggerezza della Sarfatti, temi più pregnanti: il diritto di bambini e libri di avere un nome, una casa e un indirizzo, il diritto di andare a scuola, di essere trattati con cura e di essere presi o letti per il giusto verso.


Tanto mi sembra bello e intelligente il testo, altrettanto non mi sento di dire per le sue illustrazioni. A parte un superficiale ed effimero piacere che si ha nello sfogliare pagine così colorate, non mi pare ci sia altro. Libri con braccia e gambette e stilizzate faccine mi pare siano una soluzione piuttosto povera di inventiva, per dire che anche i libri sono in qualche modo creature viventi, al pari dei bambini e delle bambine con cui condividono la superficie del foglio. Un immaginario così tanto povero che una stessa tavola ha bisogno di essere ripetuta due volte...
Sempre pedissequi rispetto al testo, i disegni mi sembrano davvero la debolezza del libro. Peccato.


Figure a parte, attraverso una lettura condivisa, questo piccolo libro può diventare un buon trampolino di riflessione con i piccoli lettori su libri e -volendo esagerare- sulla lettura.
E guarda il caso, la frase che chiude il libro, Libri e bambini, sempre vicini!, è il nostro obiettivo di sempre. Chissà che qualcuno se ne sia accorto...


Carla

Nessun commento:

Posta un commento