mercoledì 7 gennaio 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)



TUTTO UN FRULLAR DI ALI...

Un giorno, senza un perché, Davide Calì, Monica Barengo
Kite Edizioni 2014



ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Un mattino, di punto in bianco, senza un perché, al signor I. spuntarono le ali.
Il dottore disse che non aveva mai visto nulla del genere e non gli diede nulla da prendere. Nemmeno uno sciroppo."

Se il dottore non sa che pesci prendere, forse è meglio chiedere a qualcun altro. La mamma non ricorda precedenti in famiglia, forse un cugino, ma solo da piccolo. La vicina suppone dipenda dalla cattiva qualità dell'aria. Il custode del palazzo va dritto al sodo, pensando di dargli un bel taglio e il capufficio gli intima di toglierle. 


Le ali, però, non sono come le scarpe, che si sfilano così. E poi sono così belle da vedere, quando la luce ci passa attraverso la fa brillare. Anche l'uomo dei palloncini, nel vederle, lo ha pensato.
Così il signor I. si tiene le sue ali, d'altronde se qualcosa accade ci deve pur essere un perché...lo dice anche l'uomo saggio. E la ragione di tutto compare all'improvviso, dietro quella panchina su cui il signor I. siede solitario. Una ragazza, una ragazza con le ali. Bellissima lei, bellissime le sue ali.


Davide Calì e l'amore. Storie anche molto diverse fra loro, abitate da ragazze che coltivano fiori candidi (Polline, Kite 2013) o da elefanti timidi (Quando un elefante si innamora, Kite 2014) o, come qui, da uomini e donne con le ali, ma tutte tenute insieme da un sottile filo rosso che si intreccia intorno a quell'unico tema. Ad ogni storia diversa, lui indaga e svela parte del mistero, ogni volta un lato diverso di un prisma complesso.
In questa storia, che ha la misura di una poesia, colpiscono due cose. La prima, che dobbiamo a Calì: il mistero. Il mistero che si declina in più forme, a partire dal titolo che già disorienta il lettore, passando attraverso quel paio di ali che spuntano sulla schiena di un uomo, fino ad arrivare al mistero dei misteri che si nasconde dietro un amore che nasce. La seconda, che dobbiamo a Monica Barengo, il sorriso. Il sorriso di un uomo tranquillo, il signor I. che sembra preannunciare quello stato di grazia in cui ogni creatura vive nel momento in cui si innamora. Lo stesso sorriso fiducioso che ricambia il cane bassotto, testimone silenzioso della grande rivoluzione nella vita del suo padrone.


Ed è anche lo stesso sorriso della ragazza.
Nel mio immaginario, precedenti autorevoli di creature con le ali, sorta di angeli laici, sono i meravigliosi Skellig di David Almond (Mondadori, 2000), L'Angelo delle scarpe di Giovanna Zoboli (Topipittori, 2009), o l'angelo di Gabriel Garcia Marquez caduto e tenuto prigioniero in un pollaio (La luce è come l'acqua, Mondadori 2002). Tutti, per ovvie ragioni, sono dei 'diversi', figure anomale, altre, misteriose.
Questo ha in parte deviato di qualche grado il mio giudizio sul libro, perché al principio ho creduto che se al signor I. erano spuntate le ali egli automaticamente andasse visto come un 'diverso' e come tale mi pareva che tutti lo trattassero. In tale prospettiva, il fatto che un'altra diversa, alata anch'essa, si unisse a lui mi lasciava perplessa. Perché la coppia deve nascere solo tra simili? Cosa sarebbe successo se lei le ali non le avesse avute? Lo avrebbe ignorato, lasciandolo alla sua solitudine su quella panchina? E non sarebbe potuto succedere, invece, che a cercarlo e a trovarlo fosse stata una ragazza senza ali? E come sarebbe andata a finire la loro storia d'amore? Tutte domande lecite che anche un bambino avrebbe potuto fare. Per questo motivo ho pensato di avere davanti un bel libro che sarebbe potuto essere ancora più bello se quella ragazza arrivata dal nulla avesse avuto le scapole libere...
Ma poi ho visto le cose secondo una prospettiva diversa. E se quelle ali non fossero il segno di una diversità, di un'anomalia? Ma fossero invece un segno distintivo di una creatura che sta per innamorarsi? In questo caso il libro riacquisterebbe per intero il suo valore poetico. Quelle ali di farfalle che di norma frullano nella pancia degli innamorati e che sono ormai consolidate come topos letterario, nel signor I. e la ragazza venuta dal nulla sono uscite allo scoperto e si sono collocate sulle rispettive spalle e da lì frullano, fino a sollevare entrambi da terra. D'altronde si sa, gli innamorati si distinguono proprio per questo: un sorriso inebetito perennemente stampato sul viso e la capacità rara di camminare sulle nuvole...


Carla

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