lunedì 26 gennaio 2015

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


 RICORDARE ANCORA



Il rito della memoria ha in sé il rischio della retorica, delle parole scontate, della ripetizione ovvia dei luoghi comuni, di un senso comune acritico e, appunto, rituale.
Ogni anno, con l'approssimarsi della Giornata della Memoria, si ripresenta il dubbio di inserirsi nel fiume di citazioni, dichiarazioni, proclami.
Nonostante questo rischio, da cui nessuno è esente, credo che la memoria storica sia uno dei pochi baluardi contro l'inverno dello spirito, in cui viviamo da molti anni. Di questo inverno e delle sue incredibili smemoratezze abbiamo dimostrazioni quotidiane, oltre alle lugubri recrudescenze di fenomeni che credevamo sepolti.
Da questa consapevolezza deriva il dovere morale di ricordare la Shoah e di tramandare questo ricordo ai più giovani, figli di una generazione nata lontano dall'ultima guerra mondiale combattuta in territorio europeo, e fonte di indicibili orrori.
Ma come ricordare, senza trasmettere il peso di un'angoscia insostenibile, ingiusta nei confronti di bambini e bambine, ragazzi e ragazze che di questi orrori non sono certo responsabili?
In questi giorni vi proporrò due testi, secondo me efficaci nel descrivere ciò che è stato.
Il primo è scritto sulla base delle memorie di Liliana Segre, raccolte da Daniela Palumbo per l'editore Piemme.
Fino a quando la mia stella brillerà è il racconto di una vita normale: una bambina di una famiglia ebrea, orfana di madre e circondata dall'affetto del papà e dei nonni paterni e materni; una vita borghese, che si sgretola sotto l'effetto delle leggi razziali del '38, con l'espulsione da scuola, con l'inevitabile cambiamento della qualità della vita, piena di divieti e censure. Essere ebreo equivale ad essere diverso, inferiore, privato di molti diritti.
E', come ben sappiamo, solo l'inizio di una tragedia immensa: chi capisce subito la direzione inevitabile verso cui si sta precipitando, riesce a fuggire; chi non crede all'abisso nazista, troppo tardi cerca la via di fuga, aiutato, a volte, dalla solidarietà di chi non ha venduto la propria coscienza ai vincitori del momento. Il punto di non ritorno è la nascita della Repubblica di Salò, quando la caccia agli ebrei, ai partigiani diventa sistematica. Liliana e parte della sua famiglia tentano, senza successo, la fuga, vengono catturati, imprigionati, trasferiti ad Auschwitz.
Ecco, il male assoluto e la sua concreta realizzazione nella 'soluzione finale'.
E' possibile raccontare l'annientamento di ogni umanità, la sistematica e pianificata distruzione della vita e della dignità di milioni di esseri umani?
Giustamente, nel racconto dedicato ai ragazzi e alle ragazze, si evita il riferimento diretto agli aspetti più crudeli di quella esperienza: Liliana racconta i suoi sentimenti, il legame col padre, che non rivedrà più, lo sforzo di rimanere viva, di non piangere, di non farsi coinvolgere dall'universo disumano del campo di concentramento; racconta i pensieri che l'hanno aiutata a sopravvivere, i pochi legami affettivi.
Si comprende perfettamente perché tanti sopravvissuti non abbiano voluto raccontare, o comunque non subito. Per fortuna, sono state raccolte tante testimonianze che ancora oggi si oppongono all'oblio.
E' una lettura non facile, doverosamente accompagnata da adeguate spiegazioni, e adatta a giovani lettori e lettrici a partire dai dodici anni.

Eleonora

Fino a quando la mia stella brillerà”, L. Segre con D. Palumbo, Piemme 2015

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