mercoledì 25 giugno 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


IL MURO È DA SCALARE
Le parole giuste, Silvia Vecchini
Giunti 2014


NARRATIVA PER GRANDI (dai 12 anni)

"Si voltano, cercano Fabio, un ragazzo di un'altra classe. Ridono, sono eccitate, si nascondono l'una dietro l'altra. Vittoria ha le guance rosse come mele e, anche se guarda dalla mia parte, praticamente non mi vede. 'Sono diventata trasparente' penso, mentre sento una puntura appena, un vaccino".

L'indifferenza degli altri, la solitudine, il sentirsi diversa, le oggettive difficoltà a scuola, il pensiero costante di un padre malato: questi sono i nemici di Emma, ragazzina di dodici anni che sta faticando un bel po' per trovare la felicità. E come li combatte, lei? Con costanti 'letture' di segni premonitori, primo fra tutti l'oroscopo della sua palla numero 8 che contiene però solo 26 risposte sulle innumerevoli domande che la vita le mette davanti.
La scuola, che costituisce gran parte del mondo di un adolescente, per Emma adesso rappresenta solo un problema: è un campo minato. La ragazza non si impegna, è distratta, è superficiale, è pigra... E come se non bastasse, le difficoltà che dimostra per stare al passo con gli altri vengono 'usate' dalle sue compagne come pretesto per metterla all'angolo e lì abbandonarla. Insegnanti e compagni la escludono ed Emma, che è una ragazzina timida che porta in sé la grande paura atavica, ovvero la perdita dei genitori, non riesce a imporsi. Goffi tentativi di rivalsa provocano più danno che altro, inasprendo ancora di più la sua emarginazione.
A scuola si sente sola e a casa le cose non vanno meglio, perché il padre di Emma, in dialisi da anni, è sempre più fiaccato dalla sua malattia che solo un trapianto potrebbe risolvere.
Ma anche se la vita di questa ragazzina sembra non lasciarle il fiato necessario per respirare, una serie di persone, inaspettate e silenziose, le stanno a fianco: Mathias, così alto, così bravo, così gentile e così bravo a cucinare e Alessandra, la professoressa che cura il RPS, Recupero Potenziamento Sostegno, 'una lampadina sempre accesa', e che prima di ogni altro legge le difficoltà di apprendimento di Emma e gli dà finalmente un nome: dislessia. Per un dislessico leggere è come arrampicarsi su un muro, le spiega, e adesso Emma è proprio lì appesa in cerca di appigli. Ma Alessandra la aiuterà ad arrivare in cima anche se non le negherà che il percorso sarà lungo e impegnativo.
La vita di questa ragazzina è davvero un gran groviglio che però lentamente sembra dipanarsi. E alla fine trionferà chi avrà avuto coraggio.

Due temi sullo sfondo di un percorso di crescita. La dislessia e il trapianto di organi sono i due argomenti che Silvia Vecchini, basandosi su autentiche esperienze conosciute personalmente, tratta con grande cura, precisione e rispetto. Ma davanti a questo c'è l'adolescenza di Emma, fatta di insicurezze, paure e solitudine. E mi vengono in mente altre parole che Silvia Vecchini ha scritto:

Quando fai finta di non sentirmi
quando te ne vai sulla bici
con qualcun altro sul portapacchi
quando dividi la merenda
ma non con me
allora si apre una botola sul pavimento
cado giù ma non sento niente,
non mi vedi più, sono trasparente.

Con una trasparenza abbiamo aperto e con una trasparenza chiudiamo.
Come si vede in questa poesia tratta da Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa intorno (Topipittori 2014), Silvia Vecchini sa trovare parole giuste per raccontare la suddetta sofferta 'trasparenza' e con essa la complessa e tormentata sfera emotiva di un adolescente.
So che non si dovrebbe paragonare una poesia a un romanzo: lo faccio qui perché credo che nella diversità di toni, ritmi e spazi, la poesia sia ancora il registro più congeniale a Silvia Vecchini per raccontare il mondo.
Sebbene questo libro sia un davvero un buon libro, costellato di ottimi spunti, di pagine liriche, di soluzioni narrative intelligenti, di autenticità, tuttavia lo spazio dilatato di un romanzo costituisce, a mio avviso, un terreno ancora troppo rischioso per lei. Certi stereotipi, certe ingenuità o certe imprecisioni si sarebbero potute evitare, soprattutto se qualcuno dopo di lei, nella filiera produttiva del libro, ci avesse messo testa e cuore.
 

Carla

Noterella al margine. Ironia della sorte in un libro dal titolo Le parole giuste trovare parole 'sbagliate'; ma il senso ultimo dell'editing è proprio quello di metter cura laddove altri non l'hanno fatto... e allora attenti che un corvo non è un merlo, i capelli è più saggio ravviarli, piuttosto che riavviarli e una tendina canadese, purtroppo per noi, non si monta da sola come un igloo...

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