venerdì 13 giugno 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


CON CURA

Il leone e l'uccellino, Marianne Dubuc
Orecchio acerbo 2014

ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)


"Leone sta lavorando nell'orto quando sente un rumore."

Quel rumore che Leone sente è il tonfo sordo di un uccellino in volo che, con un'ala contusa, precipita al suolo. Addio ai compagni migratori, l'uccello deve necessariamente fermarsi. Leone se ne prende cura, fascia l'ala e lo fa adagiare nella sua morbida criniera. Quindi lo invita a stabilirsi nella sua casa che, abbastanza spaziosa, può accogliere entrambi. E così, dopo l'autunno, arriva l'inverno che è freddo e pieno di neve. Leone ed uccellino sono ancora insieme e trascorrono felici, in compagnia l'uno dell'altro, le giornate gelide che si susseguono. Dopo l'inverno arriva la primavera e con essa il tempo di tornare a volare e raggiungere lo stormo, lasciato nell'autunno.


I due compagni si separano. E per il leone tornano i giorni della solitudine e riprendono le abitudini solitarie: andare a pesca nel lago, la cura dell'orto.
Il tempo passa lentamente e il leone non dimentica, ma ritrova la propria quiete finché, il successivo autunno, si ode un fischio conosciuto...

Ci sono autori che si sono conquistati un posto nel mio 'Albo dei preferiti' e Marianne Dubuc è una di queste. Mi cattura la leggerezza e la serenità che colgo in ogni suo libro. Ma ancora di più mi colpisce la profonda tenerezza con cui costruisce le sue storie. Ne Il carnevale degli animali rimasi colpita dall'ingenuità con cui animali grandi e grossi 'si mascheravano' da qualcos'altro pensando che sarebbe bastata una gobba legata con lo spago a farli assomigliare a un dromedario, o che, con un becco giallo, anche un elefante potesse essere scambiato per un tucano...
Quella ingenuità che tanto appartiene anche ai bambini è vista sempre con un occhio affettuoso. Sguardo analogo mi pare l'abbia guidata nel raccontarci questo leone premuroso che smentisce la notoria ferocia nel salvare l'uccellino e nell'accoglierlo in casa. Nel rispetto dimostrato nel lasciarlo andare, nonostante il naturale desiderio di averlo sempre con sé, l'inevitabile malinconia data dall'assenza, e la sottile speranza di rivederlo apparire all'orizzonte sono i lati del carattere del leone che ce lo fanno amare. Incondizionatamente. 


E poi c'è il disegno. A pastello, molto leggibile e semplice. Asciutto e costruito solo con pochi elementi qualificanti e pieni di senso, racconta un mondo poetico, anch'esso particolarmente congeniale al pensiero di un bambino. Racconta molte più cose di quanto le parole facciano; in tale prospettiva, noto le gote rosse di leone e uccellino che li rendono 'umani' nella loro emotività, o l'interno della casa del leone, fatta di pochissimi oggetti: un caminetto acceso, una sedia a dondolo, un quadretto e pochi attrezzi di lavoro, che sono segni di una dimora accogliente, quale difatti sarà per l'uccellino malato.
E poi c'è il colore che parla al lettore con uguale intensità: si accende o si attenua, seguendo lo scorrere delle stagioni e, con naturalezza, riconosciamo l'inverno, l'autunno e la primavera in arrivo.


E poi c'è la costruzione della pagina. L'occhio viene cullato da una immagine a tutto campo a un disegno racchiuso in una sorta di oblò, dedicato a un particolare che viene messo a fuoco da un immaginario zoom che qualcuno fa ruotare per noi.
E poi c'è il testo. Ridotto anch'esso al minimo necessario per creare i nodi di senso in questa trama che sostiene grandi temi: la libertà di scelta, la cura e il rispetto dell'altro, l'amore che non è fatto di possesso. 
Sottili indicazioni vengono suggerite al lettore nell'alternarsi di corsivo e tondo, laddove al corsivo sono affidati i dialoghi e al tondo la narrazione esterna. Ma è evidente che la parola voglia sottrarsi per lasciare spazio a immagini e colori.
Veri e propri momenti di stupore si generano nella pagina tutta bianca prima dello sbocciare di un primo crocus nella neve, oppure in quella nota musicale sulla pagina candida, rappresentazione, vera e propria sigla, di un suono che colpisce allo stesso momento l'occhio e l'orecchio e che tutti, leone per primo, desideravamo sentire...



Carla

Nessun commento:

Posta un commento