lunedì 31 marzo 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


IN CERCA DI SENSO
Altre storie a testa in giù, Bernard Friot
Il Castoro 2014



NARRATIVA PER GRANDI (dai 10 anni)

"LUI O LEI
Scegliere per ogni verbo il pronome adatto.
Lui/Lei si chiude in bagno. Lui/Lei accende il neon sullo specchio. Sulla mensola sono allineati, a destra: rasoio, schiuma da barba, lozione dopobarba; a sinistra: rossetti, ombretti, fard, mascara...
Lui/Lei ha un attimo di esitazione, poi allunga una mano verso destra..."

E Lui/Lei prende l'occorrente per farsi la barba. E si fa la barba anche se la barba Lui/Lei non ce l'ha. I gesti sono gli stessi che ha visto fare tante volte a suo padre. Poi quella stessa mano si allunga e prende un rossetto, mette le labbra a O per poterselo mettere meglio e ripete quegli stessi gesti che tante volte ha visto fare a sua madre...Poi Lui/Lei indossa una cravatta ma anche degli orecchini a clip. Una voce lo esorta dalla cucina: Ale ti vuoi decidere, sì o no? "Decidere? e perché mai: rossetto fard cravatta...No, non si deciderà affatto. E comunque non oggi, non ancora."

Bernard Friot è tornato! Evviva Bernard Friot. Questo è il quarto libro di Histoires pressées, racconti brevi e fulminanti che dal 1998 Friot scrive per i ragazzi francesi e che Il Castoro traduce per il pubblico affezionato italiano.
Riassumo per non sembrare pedante. Pressé ha un doppio significato: stampato e compresso. Sul fatto che siano stampate non mi pare ci sia nulla da eccepire o da spiegare. Ma sul termine compresso, due parole vanno dette. Le 41 storie che compongono questo ultimo libro sono, come sempre, brevissime, al massimo due pagine a stampa.
La scelta di Friot è programmatica. La brevità, congiunta ad un stile semplice ma mai banale, è strumentale per non annoiare e non creare inadeguatezza nei lettori più pigri, ma è anche un sistema per arrivare in modo diretto, fulminante appunto, al nodo delle questioni. Di solito nelle ultime due righe di questi raccontini esplode come una bomba il senso ultimo della storia che spiazza il lettore, capovolge le prospettive e, a ben vedere, è sempre di grande profondità.
Le storie si muovono, come sempre, secondo registri tra loro molto differenti. L'assurdo di un bambino che smette di esistere in un vagone di metropolitana; il nonsense di un vocabolario che parla ad un romanzo mettendo le parole della frase in rigoroso ordine alfabetico; o il gusto amaro del racconto Conta (ambiguo anche nel titolo) in cui compare un bimbetto sull'orlo della fuga da casa per una madre troppo distratta.
Stilisticamente molto caratterizzati, i racconti di Friot sono un pozzo quasi inesauribile di argomenti di riflessione da mettere in comune con ragazzi di varie età. Possono essere letti come esilaranti scenette di vita, ma sono in verità punti di avvio per riflessioni di ben altro peso. Sono un utile esercizio per imparare a leggere al di là delle parole, in cerca di senso.
Personalmente ho 'usato' molte volte Friot per introdurre con leggerezza temi complessi e l'ho fatto anche e soprattutto con ragazzi delle scuole medie. Quest'anno ho tentato l'azzardo di proporlo a una seconda media. Un'età difficile, un'età in cui il silenzio è l'arma usata per combattere il mondo dei grandi. Una classe difficile, ossessionata dalla scuola, con evidenti difficoltà di comunicazione interpersonale e con gli adulti, una altrettanto evidente difficoltà di introspezione. Insomma, un percorso tutto in salita.
Ho proposto loro tre diversi grandi contenitori: storie che avevano a che fare con l'assurdo, storie che raccontavano famiglie disastrose, storie che raccontavano la difficile arte di amare.
La leggerezza e la brevità del racconto di Friot doveva essere modello per le loro narrazioni personali.
A parte uno sparuto nucleo di fuggiaschi e di scettici a vita, e a parte alcune brillanti eccezioni, il risultato che ho ottenuto è stato quello di capire molte delle ragioni del loro malessere. Ma vederli più tranquilli e aperti verso la vita, questo non mi è stato concesso.
Ciò nonostante continuo a pensare che Friot sia un ottimo grimaldello per parlare con i ragazzi del difficile mestiere di crescere.
Fossi un'insegnante aprirei ogni giorno di scuola con una 'pillola' di Friot per parlare con i ragazzi di affettività, di accettazione di sé, di solitudine, di amore, di distacco, di paura, di vita e di morte...


Carla

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