martedì 7 gennaio 2014

CORTESIE PER GLI OSPITI (libri preferiti da altri)


FAI QUALCOSA!
The Sign on Rosie’s Door, Maurice Sendak 
Harper Collins Publishers 1988
Sarà perché da bambina avevo spesso di che annoiarmi (e dunque ero costretta ad inventare strategie per intrattenere me stessa), sarà perché ho da ultimo attuato quello che chiamano “downshifting” (lasciando molto prima del tempo un lavoro dipendente, nonché abbandonando la città per vivere in un minuscolo borgo tra mare e colline)… fatto sta che, rileggendolo, ho trovato che questo libro di Sendak è di fatto un vero inno all’approccio minimalista e attivo alla vita, fondato sull’uso di pochi mezzi e di grandi risorse d’immaginazione e d’inventiva.
Rosie è una bambina sveglia e propositiva, una capo-banda che coinvolge immediatamente e con poche battute, con spunti veloci gli abituali compagni di gioco. Sulla porta di casa affigge un cartello “SE VUOI CONOSCERE UN SEGRETO, BUSSA 3 VOLTE”. Una calamita irresistibile che invita a scoprire nuovi mondi. Quando Kathy bussa e chiede conto del mistero, la risposta è surreale ed eccitante: “Non sono più Rosie, sono la bella cantante Alinda… e una volta o l’altra mi esibirò in un grande musical!”. “Quando?” chiede Kathy curiosa e vagamente sbigottita. “Adesso, giù in cortile, vieni con me?”.
 

Rosie inscena finzioni tanto folgoranti quanto incredibili, trascina gli amici nella pantomima, accende in quattro e quattr’otto la febbre del gioco. Poco importa che arrivi il piccolo Lenny, vestito da pompiere, ed eserciti ripetutamente un’azione di disturbo, cercando di distogliere gli astanti dal teatrino musicale… Rosie rilancia e gli soffia il cappello, arrampicandosi in cima alla piramide umana necessaria a recuperarlo sul davanzale della finestra, dove Lenny il gradasso l’ha incautamente gettato.
 

Da un giorno all’altro i bambini salutandosi si danno appuntamento per una nuova sessione di divertimento. Ognuno a casa sua, sopporteranno dunque intervalli di solitudine tediosa. E quando la stessa Rosie dice alla mamma “Non ho niente da fare…” riceve una risposta semplice e geniale “Bene, fai qualcosa”. Allora Rosie scarabocchia qualcosa sulla porta d’ingresso e, beninteso, la mamma né si scompone, né la sgrida, anzi la incoraggia “E’ carino… e ora… trova qualche altra cosa da fare”.
 

In queste scarne e poche battute si condensano lo spirito libero e fecondo di Sendak, l’invito – in chiave nemmeno troppo larvatamente pedagogica – a lasciar cuocere i bambini nel loro brodo provocandoli bonariamente, suggerendo loro con due parole la possibilità che ci si possa sempre, anche con poco, divertire creando. Un divertimento attivo, cioè, partecipe e spontaneo, che non chiede grandi mezzi, tecnologie o scenari d’eccezione. L’invito che quella di fare qualcosa diventi un’abitudine per i piccoli, una costante, un mantra… non ossessivo, ma certamente ricorrente.
Il giorno dopo Rosie ritrova gli amici e li coinvolge col suo piglio da condottiero in nuove, esilaranti avventure. Il tratto elegante e spiritoso di Sendak riproduce il godimento ludico in tante facce e pose buffe, un’agile carrellata di monelli in azione, canti, balli, lotte e giravolte, un inno alla libertà del corpo, oltre che della mente. Lo spirito del gioco accompagna Rosie anche quando fa ritorno a casa e bussa alla porta fingendo di essere questa o quella. E la mamma, vigile e sapiente, ancora una volta la asseconda e la stimola, stando allo scherzo. Molto di più. Perché quando è ora di dormire e trova Rosie acciambellata sullo scendiletto, mentre il gatto ronfa tra le lenzuola… non batte ciglio. Chiede “Perché te ne stai sul pavimento cara?” e, sentendosi rispondere “Perché sono un gatto addormentato”, con grande intelligenza si limita ad augurarle la buona notte e a chiudere la porta. Un gesto di rispetto profondo che, contemporaneamente, apre un’infinita gamma di possibilità inventive, tutto quello, a ben pensare, di cui i bambini hanno davvero bisogno. Un orizzonte sgombro da sciocchi divieti. Soprattutto, la possibilità sempre data di fare qualcosa – qualcosa di speciale - persino di un nonnulla.
Felice anno a voi tutti.
 

Daniela (Tordi)


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