giovedì 12 settembre 2013

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


IL LIBRO MANCANTE, 
ovvero del perfetto imperfetto

ALLA RICERCA DEL PEZZO PERDUTO, Shel Silverstein
Orecchio acerbo 2013

ILLUSTRATI PER TUTTI




"Aveva perduto un pezzo.
E non era contento.
Così partì in cerca del suo pezzo perduto.
E rotolando rotolando
cantava una canzone:
'Oh vado in cerca del mio pezzo perduto
Alla ricerca del mio pezzo perduto.
Ullalà, via che si va,
Alla ricerca del pezzo perduto.'"

Un tondo quasi perfetto a cui manca uno spicchio. Una linea un po' tremolante che ne segna il profilo, un puntino per l'occhio e uno spicchio mancante che crea la sua grande bocca. Una grande bocca per cantare, per chiacchierare con i vermi, per sorridere quando è felice, per impensierirsi di fronte all'imprevisto, per discutere, per darsi coraggio.
Il tondo quasi perfetto è in cerca, dunque. Scala montagne, rotola giù, attraversa mari, giungle e paludi, si arroventa sotto il sole cocente, ma poi si rinfresca sotto la pioggia, si gela sotto la neve ma si scalda subito dopo al sole...gioca con i bacherozzi, annusa il profumo dei fiori, le farfalle si posano su di lui (che bello!) e così va, di avventura in avventura, cadendo nelle buche, sbattendo sui muretti e sempre cantando... 


A noi sembra felice, nel mondo.
Lui dice di sé, però, di non essere contento perché vuole qualcosa che ora non c'è. Uno spicchio, un pezzo mancante che combaci con lui e lo e renda un cerchio perfetto.
La ricerca e l'attesa parrebbe premiata perché sul suo cammino incontra vari triangoli che potrebbero fare al caso suo.
Sebbene il canto di gioia che innalza ogni volta ci faccia ben sperare, tutti, purtroppo per lui, non sono adatti, perfettamente' adatti: o troppo 'autonomi', o troppo piccoli, o troppo grandi, o troppo quadrati. 


Poi, d'incanto, sulla sua strada appare lo spicchio giusto, quello adatto.
Prudente, oramai, e senza più canti di gioia, il nostro tondo imperfetto -timidamente- fa il suo ultimo tentativo: lo spicchio combacia, combacia perfettamente. Ora, finalmente per lui, può dirsi un bel cerchio perfetto.


Ma un tondo, quando è completo, rotola velocemente e non ha più modo di annusare i fiori, gareggiare con i bacherozzi, fermarsi per ospitare le farfalle (che brutto!) e soprattutto non può più cantare.
È così che vanno le cose? Ma la soluzione è lì a portata di mano (o, meglio, di bocca). Ciò che aveva trovato delicatamente appoggia di nuovo a terra e sommessamente, ricominciando a rotolare, canta. Canta di nuovo, di nuovo felice.


Ci sono libri che ti fanno felice. Sono quei libri che, senza, è peggio.
Libri necessari. Libri che sono perfetti. Semplici e perfetti come un tondo.
Libri fatti di leggerezza. Calvino nella sua prima Lezione americana, nel definire il suo lavoro di scrittore diceva: "la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e del linguaggio.[...] Sono portato a considerare la leggerezza un valore, anziché un difetto."
Se Calvino, ai suoi attenti studenti americani, avesse citato, accanto a Ovidio, Lucrezio, Montale, Boccaccio, Leopardi, anche questo libro per bambini (?!), sono certa che loro non si sarebbero stupiti e avrebbero seguito ancor meglio il senso del suo discorso.
The missing piece di Silverstein è un libro scritto con quella leggerezza su cui un intellettuale come Calvino ha cercato di fondare la sua poetica.
Silverstein come Calvino cerca la dissoluzione del mondo complesso per arrivare a ciò che è infinitamente piccolo e leggero, direi primigenio, atomico.
Ed è per questo che mi pare di poter affermare con una certa sicurezza cheThe Missing piece è frutto di un così attento e profondo pensiero sul senso della vita che lascia senza fiato per chiarezza di significato. Un libro a cui è stato tolto ogni peso inutile ed esornativo: fatto di un unico segno lineare di matita, fatto di poche e semplici parole, è un manifesto di leggibilità. È sparita ogni traccia superflua per arrivare dritto al cuore e alla mente di chi legge. E il senso ultimo di questa piccola storia è lì ,come un diamante luminoso, tra le mani del lettore: l'elogio dell'imperfezione.

Carla

Noterella al margine: a voi godervi il testo inglese a fronte e la geniale e 'quasi perfetta' traduzione di Abeni. 


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