lunedì 26 agosto 2013

CORTESIE PER GLI OSPITI (libri preferiti da altri)


IL GIRO DEL MONDO IN UN ISOLATO

Madlenka, Peter Sís
Farrar, Straus and Giroux, 2000


Ospite d’onore dell’ultima Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, Peter Sís (nato nella ex Cecoslovacchia nel 1949 ed emigrato negli Stati Uniti ben prima della caduta del muro di Berlino) è un autore visionario, complesso ed elegantemente giocoso al tempo stesso (qui ne abbiamo già parlato). Ma la sua complessità non spaventa, poiché è contenuta e parimenti risolta nella fitta trama delle illustrazioni, che sembra tessere (o ricamare) più ancora che disegnare.

La storia della piccola Madlenka, che vive in un appartamento di New York e scende in strada festante per raccontare a tutti che il suo incisivo traballa (e dunque sta diventando grande!), è una sequenza d’immagini così ricche, sofisticate e belle da ricordare la preziosità di antiche stampe. 
Sís disegna Madlenka con ingenuità di tratto, paffuta e colorata, immettendola poi in un ordito di prospettive sorprendenti ed elaborate, cromaticamente uniformi, come se la bambina si avventurasse a piedi tra le pagine di un vecchio, magico libro.


Viva e saltellante, la piccola percorre il perimetro dell’isolato in cui abita alla ricerca dei suoi amici bottegai, immigrati da tutto il mondo nella caleidoscopica Grande Mela. Madlenka saluta ciascuno porgendo fiera la notizia del dente prossimo a cadere ed è come se sotto al suo sguardo si dispiegassero le quinte di universi affascinanti e misteriosi. 
Il fornaio francese, l’edicolante indiano, il gelataio italiano, il verduraio sudamericano, la vecchina tedesca e la compagna di scuola egiziana non abitano solo lo spazio del loro piccolo commercio o della loro abitazione, ma nel salutare amichevolmente la loro simpatica visitatrice, ciascuno nel suo idioma, evocano tutte le suggestioni dei paesi da cui provengono. In un modo originalissimo ed intenso, in un modo così speciale che – e non temo di essere smentita – solo Sís poteva immaginare ed affrescare.



E’ difficile rendere la bellezza di questo libro attraverso la scansione delle tavole. 
Averlo tra le mani fa davvero la differenza. 
E mi sento di dire che solo le care vecchie pagine di carta possono trasmettere l’emozione di una scoperta così articolata e piena di rimandi. Nessun supporto tecnologico potrebbe assorbire lo sguardo con la stessa potenza incantatoria e, anzi, mi piace fare di quest’opera di Sís il pretesto per dire una cosa semplice, della quale sono profondamente convinta: il libro veicola suggestioni potenti proprio perché conosce il limite della pagina, che diventa pozzo profondo a cui attingere, calamita potente, esattamente in virtù della sua sua staticità. Il limite in questo caso essendo piuttosto un confine, necessario e sufficiente perché il lettore possa immaginare tutto ciò che si muove aldilà, sopra e sotto.

Nato nel cuore della vecchia Europa, Peter Sís non dimentica la lezione della complessità (e qui torno all’inizio del mio discorso). Ma il Mondo Nuovo lo ha compenetrato di freschezza, sicché il suo tocco sa essere drammatico e ironico, denso e fluido, antico e modernissimo. Madlenka guarda con occhi sgranati la vastità dei mondi che si aprono come un incantesimo varcata la soglia dei negozietti in cui si affaccia, ma non perde mai il contatto con la realtà, che in genere è richiamata nella pagina di sinistra con un elenco di cose e abitudini quotidiane. 
Fantasia e pragmatismo, grandezza e intimità sono infatti i contrappesi che bilanciano l’andamento di questa straordinaria avventura metropolitana.


L’effetto di spiazzamento, mentre la bambina procede nella scoperta, è aumentato dalla finestrina che spesso appare al centro della tavola, come un primo assaggio dell’inquadratura mirabolante che segue alle pagine successive. A ogni giro “d’angolo” grande è la sorpresa che si prova seguendo i vari protagonisti nel paese delle loro origini (ma anche aggirandosi con la bambina intorno al blocco di edifici in cui la storia ha luogo, che Sís disegna partendo dal basso verso l’alto per rendere il senso di verticalità che predomina nelle architetture newyorchesi). Le creature fantastiche della Foresta Nera, degli altopiani andini, la flora e la fauna dell’acquitrino egizio, il drago asiatico col suo sfondo di oceani e catene montuose, l’elefante alato sospeso sulla grazia di un giardino indiano, così come il complesso di monumenti e simboli che Sís sparge sul foglio come pedine di dama e che raccontano in una felice sintesi la Francia e l’Italia… tutto folgora e riempie lo sguardo nell’immediatezza, senza filtri “pedagogico-didascalici”. E’ plausibile che ad un lettore molto giovane sia dovuta qualche spiegazione qua e là, per meglio compenetrare la gamma di citazioni disseminate nel libro. Ma la bellezza e l’originalità di questo lavoro scongiurano qualunque rischio di pedanteria.
Al termine del suo viaggio intorno al globo nel perimetro di un isolato, Madlenka torna a casa trafelata. Si è fatto tardi, i suoi genitori l’aspettano vagamente preoccupati. Al centro della scena una tavola e tre sedie. Il microcosmo familiare come approdo a cui attraccare alla fine dell’avventura? Sì, ma Madlenka ora sa che il mondo è lì, prossimo e vasto, capace di accoglierla e stregarla e ormai percorribile in solitaria, dopo l’immancabile rito d’iniziazione. 
Basta scendere le scale.

Daniela (Tordi)








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