lunedì 23 luglio 2012

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

SCAPPATE, BAMBINI!

LO ZOO DI MEZZANOTTE, Sonya Hartnett
Cairo, 2012



NARRATIVA PER GRANDI (dai 12 anni)

"In ogni direzione c'erano alberi smunti e allampanati, riuniti come magri spettatori della sua ricerca. Il terreno era troppo dissestato e il pallone non poteva essere rotolato lontano, né rimbalzato più di tanto tra gli alberi ammassati, tuttavia nel punto in cui avrebbe dovuto essere Andrej non ne vedeva traccia. Trovò invece Tomas, seduto a gambe incrociate su una pietra muschiosa, con Wilma in grembo. 'È lassù.' Tomas liberò un braccio e indicò il pallone incastrato su una forcella di un ramo."

In questo momento Andrej ha ritrovato il pallone con cui stava giocando a calcio con gli amici nella radura, ma in questo stesso istante sta perdendo tutto il resto, ad eccezione di Tomas, suo fratello minore di nove anni, e di Wilma, sua sorella lattante.
Questa è la loro storia. Grazie ad un pallone finito nel bosco i tre ora sono in fuga da un rastrellamento del loro campo, cui assistono a distanza, muti e attoniti. Vedono uccidere il loro adorato zio Marin, vedono trascinata via la madre che in romanì, per non essere capita dai tedeschi, lancia un disperato e ultimo urlo ai sui piccoli perché possano mettersi in salvo, almeno loro.
E così, aspettando nascosti nel bosco che i soldati si allontanino, ritornano al campo e raccattare quelle quattro cose che potranno servirgli da lì in poi per questa loro inaspettata quanto tragica nuova vita.
Sono rom, da sempre abituati agli spostamenti, abituati ad essere guardinghi, abituati a fare conto solo sulle proprie forze, i tre bambini, due a piedi e la terza infagottata in uno zaino che pende sulla schiena di Tomas, partono per la loro battaglia personale di sopravvivenza. Dietro di loro solo terra bruciata e davanti l'ignoto.
In una delle tante notti che vede i loro spostamenti da un villaggio distrutto a un altro, in perenne caccia di cibo, Tomas e Andrej e la piccola finiscono in un luogo del tutto inaspettato: un minuscolo zoo abbandonato per la guerra, dove sono rinchiusi nelle gabbie, ormai stremati dalla fame, una leonessa, un lupo, un cinghiale, un'aquila, un lama, un camoscio, una foca, un canguro e una scimmia.
Zio Marin lo aveva detto, una volta: gli animali sanno cose che tu neanche immagini. E sanno tenere i segreti.
E così scopriamo che gli animali sanno parlare. Difficile da credersi, ma molto spesso ciò che non si sa è però pur sempre possibile.
In questa notte così speciale, questi pochi animali e i tre bambini condividono tempo, fame, stanchezza, racconti, ricordi, paure, dolori, pensieri, sogni.
Mi piace pensare, come racconta l'orso a proposito della foca impazzita, che nel mondo ognuno di noi abbia un posto 'perfetto' per vivere. Tutti i protagonisti di questo romanzo, per ragioni diverse, invece sono stati sradicati da questo loro 'dove' ideale.
Sarà loro dato di tornarci, almeno in sogno?

Un libro gigante sul (non) senso della guerra, visto dalla prospettiva di chi la subisce, inerme e innocente: bambini e animali. Ma il libro è anche un inno altrettanto gigante alla libertà.
Lo zoo di mezzanotte mi ha davvero emozionato. L'ho trovato intelligente, stimolante, denso di contenuti e molto ben scritto; a tal punto mi è piaciuto che fatico a darne un giudizio in qualche modo distaccato, perché altri se ne possano servire.
Provo a elencare, come in un inventario asettico, ciò che contiene: sopra ogni cosa, una riflessione profonda e articolata sull'assurdità della guerra su cui si innesta la constatazione di quanto forte possa essere lo spirito sopravvivenza degli esseri viventi; digressioni continue sulla crudeltà dell'uomo, sulla sua pochezza e sul suo deleterio strapotere nei confronti del mondo che lo circonda. Ma è raccontata anche la solidarietà, la follia, il dolore, la tenerezza, la paura, il cinismo, la nostalgia, e una costante tensione verso la libertà. Insopprimibile.
Da leggere e rileggere.

Carla

Noterella al margine: Bella e lunga intervista alla Hartnett, vincitrice dell'Astrid Lindgren (2008), il più prestigioso tra i moltissimi premi dati a lei e ai suoi libri.
Purtroppo in Italia è stato pubblicato solo L'asinello d'argento (Rizzoli, 2009).

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