giovedì 5 luglio 2012

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


ERCOLINO SEMPREINPIEDI

IL GENIALE MONDO DI HUGO, Sabine Zett
Cult editore, 2011

NARRATIVA PER GRANDI (dai 10 anni)



"Sono Hugo, il tipo più fico del sistema solare! Sì, è proprio questo che sono! Un giorno ci saranno delle strade con il mio nome!
Stanno tutti per me, là sotto, mi ostino a pensare. Senza star tanto a rifletterci, allungo la schiena in una postura perfettamente eretta e piego le braccia in avanti. Poi decollo di colpo e volo in acqua con una bella parabola. Sono sott'acqua e mi sembra impossibile non aver battuto né schiena né spalle."

Finalmente Hugo ha trovato lo sport in cui eccellere.
Il mondo 'parallelo' che Hugo si è costruito a sua misura ha solo pochi punti di tangenza con la realtà. E di solito, quando i due mondi si toccano, succedono dei gran guai. Hugo ha 12 anni un solo amico vero, qualche nemico (ma niente di serio), un amore nascosto, una famiglia 'regolare'. Coltiva, come tutti i dodicenni, il mito di se stesso. Non tanto fra i banchi di scuola, ma nello sport. In questo campo pensa sempre in grande. Con il calcio, quando si presenta agli allenamenti con videocamera per riprendersi nei suoi dribbling da mostrare ai 'talent scout' che sono certo sulle sue tracce. Nella palla a mano di cui ignora anche i fondamentali, ma che è certo di poter dominare.
Ma nonostante questa sua ostentata sicurezza, Hugo è un ragazzino 'normale' che quindi dovrebbe pensare, come gli altri comuni mortali, ad impegnarsi, ad allenarsi, a sforzarsi, a 'fallire' per poi 'riuscire'. Questa distonia costuisce il divertimento del libro. Il voler sempre strafare lo rende agli occhi degli altri, ma anche a quelli del lettore, un ragazzino un po' goffo che ispira ilarità, ma anche tanta tenerezza.
Hugo, bisogna dirlo, è l'ennesimo personaggio che prende spunto dallo stereotipo dello 'sfigato'. Chi si occupa di libri per ragazzi ne ha incontrati a bizzeffe. Più o meno credibili, più o meno letterariamente interessanti, ma tutti segnati da questo destino: la fatica di crescere.
Hugo non è tra i più significativi, anche perché arriva per buon ultimo (chissà se lo tellererebbe, lui che vuole sempre primeggiare?), ma un pregio lo ha: è tenace. Lui non molla mai, un po' come Ercolino sempreinpiedi, quel pupazzone che potevi prendere a pugni per ore, ed era in grado di rialzarsi sempre e comunque e di ricomparirti beffardo davanti, con il suo sorriso stampato.
Rispetto ad altri personaggi di libri simili che si accoccolano nel loro mondo di mezze cartucce e trovano - giustamente- il loro habitat ideale, salvo poi riscattarsi e trasformarsi in 'supereroi' in finali inaspettati, Hugo non ci sta a fare il gregario. Lui combatte sempre, un po' come il mio amato Don Chisciotte, contro nemici che non esistono, ma combatte. Ha una sconfinata fiducia in se stesso che lo manda avanti come un panzer, in mezzo agli sberleffi degli altri.
E questo mi piace di lui. Sebbene sia sotto gli occhi di tutti il suo scarso senso dell'abnegazione, la sua scarsa propensione alla fatica e all'impegno per imparare, Hugo si sta continuamente mettendo alla prova. È già un bel po'.
Mirare in alto, andare in cerca di qualcosa a testa bassa per la propria strada è caratteristica che ho sempre apprezzato nei miei lunghi soggiorni tedeschi, la cosa che qui fa la differenza è la capacità di essere anche un bel po' visionari, grandi sognatori. Carattere che, al contrario, non mi risulta così diffuso in terra di Germania, purtroppo...

Carla

Noterella al margine: il sito dell'editore riporta la scheda di questo libro con un titolo diverso da quello con il quale poi è stato pubblicato (per di più un H che va e viene). 


Oh, oh...creativi sì,  ma così lontani dalla proverbiale precisione teutonica...cosa ne penserà Sabine Zett?

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