mercoledì 4 luglio 2012

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


AMAVO QUEL CANE


AMO QUEL CANE, Sharon Creech
Mondadori, 2004



NARRATIVA PER GRANDI (dagli 11 anni)

"21 SETTEMBRE
Ci ho provato.
Non ci riesco.
Ho il cervello vuoto. [...]

9 NOVEMBRE
Non ho nemmeno un cucciolo
e allora non posso scriverci sopra
e soprattutto
non posso scrivere
una POESIA
su uno tutto mio.

15 NOVEMBRE
Sì ho avuto un cucciolo tutto mio.
Non voglio scriverci sopra.
Mi stai per chiedere
Perché no?
Vero?"

Un dialogo tra un ragazzino e la propria maestra. Un dialogo fatto di pezzettini di carta, sorta di monologhi scritti, forse poesie, appesi di giorno in giorno in una bacheca. Tutto ruota intorno alla poesia. Jack non ama la poesia, non la capisce. Jack ama il suo cane. Un cane giallo che una macchina azzurra gli ha portato via, così, in una notte.
L'amore perduto che lo rende inconsolabile non trova sfogo al momento. Ma la sua maestra della classe 105, Miss Strizzabacca, sa che Jack può ritrovare la sua voce interiore e può darle espressione. Un percorso lento, fatto di pochi passetti in avanti e di repentine quanto imprevedibili marce indietro, verso la consapevolezza. Un viaggio attraverso il dolore che riesce a trovare nella poesia l'ossigeno per poter respirare: nella poesia letta in classe e in quella che, inaspettatamente, cresce nella testa di Jack.
Un grande libro sulla maieutica dello scrivere. Attraverso la scrittura (e più in particolare la poesia, quint'essenza dello scrivere) il piccolo Jack riesce ad elaborare il suo lutto. Attraverso una poesia di Walter Dean Meyers, Amo quel bambino, Jack riesce a scrivere Amo quel cane.


Scrivere aiuta a mettere in ordine il pensiero che in alcuni momenti della vita, si presenta agitato, in continua sommossa, in una altalena incontrollata tra razionalità e emotività. Scrivere serve a chi scrive, prima di tutto. Scrivere, ho sempre pensato, un buono scrivere deve generarsi da un'urgenza positiva o negativa che sia. Dopo aver letto e riletto questo libro è anche il pensiero della maestra Strizzabacca ma, direi, anche di Sharon Creech. E siccome al momento nel mio cuore e nella mia testa l'urgenza è molto forte, scrivo.
Ma scrivo di un libro che esce dai canoni consueti: è un libro di un po' di anni fa. E' un libro introvabile nelle librerie e, se non sbaglio, introvabile anche in rete. E' un libro che se volete leggere, e ve lo consiglio caldamente, dovete cercarlo in biblioteca. E' un libro doloroso, che non ha finali particolarmente lieti. Tutto si ferma in quel preciso momento in cui si ha la consapevolezza che le proprie gambe possono reggere ancora.

Questo è il primo passo che faccio.

Carla

noterella al margine: di Sharon Creech in Italia sono stati tradotti e pubblicati meno di 10 titoli. Sono sopravvissuti alla mannaia del fuori catalogo solo due: La vagabonda (Mondadori, 2004) e il suo romanzo più famoso, Due lune (Mondadori,2011) .

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