martedì 30 agosto 2011

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)

CANITUDINE, ovvero CANI E IN/GRATITUDINE


Sul rapporto fra bambini e cani è facile scrivere con grande enfasi e con un po’ di retorica; il motivo c’è ed è che è davvero una misteriosa alchimia, e chi vi scrive la conosce bene: ho dovuto lottare a lungo, in famiglia, per far accogliere il mio primo cane, amatissimo, raccolto per strada, come la maggior parte di quelli che lo hanno seguito. Indimenticabile (qui vedete un ritratto, da me eseguito molti anni fa, che lo renderà immortale). Proprio perché ho dovuto aspettare tanto, dieci anni di campagne promozionali e di lettere scritte ai giornalini per bambini, non ho fatto mai mancare a mio figlio, se non per brevi periodi, la compagnia di una giovane belva, intraprendente ed entusiasta come solo i cani sanno essere; così, c’è stata Adi, la 'guardiana dei sogni', che cacciava i mostri dai sogni di Andrea, e poi sono arrivate Pece e Stella, due anime libere, che ci hanno sconvolto la vita, selvagge ed irruente come erano (diversi mesi vissuti da randagie); ma ci hanno fatto ridere, arrabbiare, correre nei prati, fino ad essere le nostre inseparabili compagne di vita. Noi, piccolo coraggioso branco, asserragliato nella metropoli. I cani sono empatici, sanno leggere nel pensiero (o meglio, scientificamente, sanno leggere le nostre espressioni facciali, a differenza del cugino selvaggio, il lupo), condividono con noi emozioni primitive, proteggono i nostri cuccioli come farebbero con i propri. Spesso incutono nei bambini un senso di sicurezza, di condivisione. Quindi si tratta di un discorso serio, al di là di qualsiasi retorica, che talvolta accompagna le storie di cani e bambini. Qui ve ne propongo due che non corrono questo rischio.
La prima è una ristampa di Babalibri (www.babalibri.it), Cane blu: Blu, il cane protagonista, che viene dal nulla e che diventa l’amico speciale di Carlotta, è un cane 'magico', incarna il totem del mistero, della forza gentile, del coraggio; i genitori della bimba diffidano di lui, e proibiscono a Carlotta di tenere il cane con sé; tempo dopo, durante un picnic, la bimba si perde nel bosco; ed ecco ricompare Blu, che la rassicura, la protegge dallo Spirito del bosco, incarnato da una pericolosa pantera, e la riporta a casa. Carlotta e Blu diventeranno inseparabili.
Più difficile il secondo libro, pubblicato da Gallucci (www.galluccieditore.com) Un giorno, un cane, perché racconta, con crudo realismo, una storia d’abbandono; la rigorosa scelta grafica, di usare il segno a matita puro e semplice, rende la storia stringata ed essenziale. Non c’è una riga di testo e Gabrielle Vincent riesce a raccontare, tavola dopo tavola, la storia del classico cane di casa, che un giorno diventa troppo ingombrante e fastidioso e viene scaricato dalla macchina ai bordi di una strada. Il suo girovagare smarrito provoca un grave incidente stradale, le macchine accartocciate in un groviglio di lamiere e sirene. Il cane scappa, sempre più lontano, sempre più solo; arriva in una città, continua a girovagare, frugando fra l’immondizia e schivando la selva di gambe (umane); alla fine, dopo questa desolazione, incontra un bambino, si guardano da lontano e il loro scambio di sguardi è uno scambio di storie, l’inizio di una storia comune. Nonostante il lieto fine, non me la sono sentita di inserire questo libro nel settore dedicato ai ragazzi; mi sono resa conto che il contenuto realmente difficile da spiegare ai bambini è il tradimento: perché gli adulti ne sono capaci, perché persone per bene riescono a spezzare un legame così profondo; di cosa sono realmente capaci, gli adulti?
E’ quindi un libro che richiede una mediazione aperta a domande davvero imbarazzanti; nello stesso tempo, è un libro emozionante, efficace nella sua essenzialità.

Eleonora

“Cane blu”, Nadja, Babalibri, 2000, 2010
“Un giorno, un cane”, G. Vincent, Gallucci 2011












 


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